Il deputato ha presentato (e ritirato) un'interpellanza sulla mafia in Ticino. E ha reso noto un retroscena spiacevole.
BELLINZONA - La mafia non esiste. Anzi no. Oggi in Parlamento è stata discussa la mozione presentata da Giorgio Fonio (Ppd) sulla 'ndrangheta nella Svizzera italiana. Oggetto: la penetrazione «crescente» delle cosche calabresi - molto radicate non lontano da noi - nell'economia ticinese.
L'iniziativa è stata ritirata dallo stesso Fonio, ma il deputato ha colpito il Granconsiglio con un colpo di scena. «Parlo con cognizione di causa» ha dichiarato. «Ho ricevuto una lettera anonima in cui c'era scritto che la mia strada era "quella del termovalorizzatore"».
Contattato da La Regione.ch, il granconsigliere ha spiegato di avere ricevuto la lettera alcune settimane fa, subito dopo avere presentato assieme a Fiorenzo Dadò un atto parlamentare in cui metteva in guardia sulle infiltrazioni mafiose nella ristorazione.
«Non vorrei enfatizzare troppo l'accaduto» commenta il deputato a tio.ch/20minuti. «Credo tuttavia che fosse giusto segnalarlo. Se anche fosse opera di un mitomane, si tratta comunque di minacce».