L'accusa dei partiti "minori" ticinesi alla radiotelevisione che lascerebbe loro troppo poco spazio nei dibattiti
BELLINZONA - Dibattiti-vetrina per i partiti di governo e, a tutti gli altri, solo le briciole. È questa l'accusa raccolta in una lettera plurifirmata dai capolista di 7 partiti "minori" (per così dire) ticinesi che parlano di «uno spazio pressoché nullo, sia in termini quantitativi che qualitativi», durante i primi due dibatti andati in onda in radio (a Modem) e in televisione (lo scorso 27 febbraio).
I partiti «desiderano esprimere la propria delusione e insoddisfazione per la maniera in cui i dibattiti politici organizzati dalla RSI sono stati organizzati e condotti», anche a fronte «del mandato di servizio pubblico» di cui è investita l'emittente.
«Non pretendiamo un trattamento di favore ma riteniamo che in entrambe le occasioni si sia ecceduto, costringendo i nostri rappresentanti a fare da spettatori a un dibattito che ha interessato solamente i partiti di governo e i loro alleati», ribadiscono i partiti che aggiungono: «È possibile per un cittadino farsi un
quadro completo delle offerte politiche solo se viene loro offerto uno spazio adeguato e se essi sono correttamente e adeguatamente rappresentate».
Fra i firmatari della lettera ci sono Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino&Lavoro), Pino Sergi (MPS e indipendenti), Stefano Dias (PVL e Giovani Verdi Liberali), Massimiliano Arif Ay (Partito Comunista - POP), Werner Nussbaumer (HelvEthicaTicino), Donatello Poggi (Dignità ai pensionati) e Germano Mattei (MontagnaViva).