Stefano Dias, vice-presidente Verdi Liberali e Candidato al Municipio e Consiglio Comunale di Lugano
LUGANO - Mi accodo alle molteplici prese di posizione apparse in queste ore sui fatti accaduti alla Foce del fiume Cassarate nello scorso fine settimana. Sono rimasto sbalordito dalla violenza nell'assalto a quei poveri poliziotti. Poliziotti che sono persone come noi, che rischiano ogni giorno la loro vita e che si mettono a disposizione per la tutela dei diritti di ogni cittadino, ma che negli ultimi anni si vedono spesso capro espiatorio per qualsiasi tipo di violenza. Si ritrovano attaccati allo stadio, durante manifestazioni o semplicemente per un divieto di sosta. La mancanza di rispetto per le istituzioni (a tutti i livelli) e la violenza sono da condannare sempre ma rivelano una più profonda insofferenza che deve emergere. È inutile rimpiangere i tempi che furono, ai miei tempi pure la nostra generazione veniva bistrattata e considerata peggiore di quella precedente ma anche lì c’erano risse e scontri violenti durante i carnevali o le feste campestri ma semplicemente non venivano riprese con i telefoni.
Ma allora la situazione attuale è diversa oppure no?
Ci sono alcuni aspetti che secondo me sono rimasti uguali, la fase adolescenziale è di per sé una fase difficile da vivere per i giovani e lo era stato anche per noi. La mia generazione ha vissuto guerre del golfo o nella ex-jugoslavia, attacchi terroristici catastrofici, crisi finanziarie. Però è un dato di fatto che la situazione socio-economica è profondamente peggiorata negli ultimi 10 anni, le quali influenzano i nostri giovani nel loro benessere. L'impatto economico del COVID-19 sarà uno dei maggiori rischi per i giovani. Oltre all'incertezza finanziaria, gli studenti si trovano oggi anche ad affrontare la questione di come ricevere virtualmente la stessa qualità di istruzione. Tuttavia, tra tutti i rischi, sono più preoccupato per il benessere mentale dei giovani dopo il COVID-19. La pandemia ha provocato rapidi cambiamenti in tutti gli aspetti della vita, aumentando i livelli di ansia e una generale incertezza per tutti.
E dunque va bene giustificare tutto? No assolutamente no.
Vanno compresi, ascoltati, aiutati con tutte le nostre forze perché sono il futuro della nostra società e saranno fondamentali per le sfide che ci aspettano. L'era post-COVID-19 richiederà un'immensa creatività e resilienza. I giovani hanno la possibilità di aiutare a ristrutturare le norme sociali mentre viene costruito un nuovo paradigma. I giovani oggi non solo costituiscono una parte della popolazione, ma stanno anche partecipando attivamente alla formazione di movimenti. In qualità di responsabili del cambiamento, i giovani possono svolgere un ruolo cruciale garantendo che i nuovi approcci di sviluppo siano resilienti, non solo robusti ma anche adattabili, mentre guardiamo a un periodo di ripresa sulla scia del COVID-19. Essendo nativi digitali, i giovani possono essere fondamentali negli sforzi per connettere comunità e contesti diversi, amplificare le voci di tutte le persone e condividere le loro realtà vissute in modi inclusivi e rispettosi, e promuovere una maggiore comprensione ed empatia verso esigenze e realtà diverse, contribuendo a un quadro trasformativo per lo sviluppo nell'era post-COVID. A noi come politici e adulti il compito di coinvolgerli nella società del futuro, creare la basi per un incontro intergenerazionale come in una Foce il fiume incontra il lago. Aiutiamoli a comprendere che la violenza non serve, verbale o fisica che sia, dando loro il buon esempio ma allo stesso modo permettiamogli di esprimersi, di comunicare e di aiutarci senza pregiudizi.