Il poeta del rock suonerà per tre sere al Teatro degli Arcimboldi
MILANO – Ci sono i musicisti, gli artisti e poi ci sono le colonne portanti della musica contemporanea. Bob Dylan appartiene sicuramente a quest’ultima categoria. Non perché nel 2012 ha pubblicato il suo 35esimo album e neanche perché a 73 anni è ancora in giro per il mondo a suonare la sua musica.
Robert Allan Zimmerman, questo il vero nome del cantautore di Duluth, Minnesota, è una leggenda del rock perché ha firmato brani che resteranno come pietre miliari nella storia della musica, brani come “Blowin’ in the wind”, “Mr Tambourine” o “Subterranean Homesick Blues”, che hanno influenzato generazioni e generazioni di musicisti, reinventando la canzone folk, mescolandola con il rock e, fondamentalmente, inventando un ruolo che, prima di Dylan, non esisteva: quello del musicista talentuoso e impegnato, pronto a raccontare la realtà intorno a lui, a descrivere le storture del mondo e a chiedere a voce alta che vengano rimesse a posto. Un menestrello senza padroni, libero come le sue canzoni, impossibile da inquadrare in uno schema.
Basta dare uno sguardo alla cinquantennale carriera di Dylan, che è stato cantante folk, roker, cantautore, pittore, poeta, attore e conduttore radiofonico, ha vinto un premio Pulitzer alla carriera nel 2008 e ha ricevuto innumerevoli candidature al Premio Nobel per la Letteratura. E che, a 73 anni, ha ancora molto da dire, attraverso un disco o su un palco. Il Teatro degli Arcimboldi di Milano lo ospiterà per tre serate, da sabato a lunedì, che si annunciano indimenticabili, come ogni show di Mr Zimmerman. Voce, chitarra e una band alle spalle, Dylan porta sul palco i suoi classici e i brani di “Tempest”, suo ultimo disco, uscito nel 2012.