Dario Argento, il maestro dell’horror, a colloquio con il pubblico del Festival del film: "È grazie a Freud se riesco a dialogare con i miei incubi"
LOCARNO - La fronte alta e pallida che sbuca da dietro l’angolo. Maglioncino blu Lacoste e giacchetto grigio. Quel sorriso appena abbozzato. Dario Argento, il maestro dell’horror, uno degli ospiti più illustri della 67esima edizione del Festival del film di Locarno, si presenta all’incontro con il pubblico in Largo Zorzi con la calma di chi sa di essere stato un precursore, un pioniere. E davanti alla gente si racconta. A partire dal suo film d’esordio, 'L’uccello dalle piume di cristallo’ (1970), in cartellone a Locarno nell’ambito della retrospettiva Titanus. “Un film che partì maluccio - ricorda il regista -, senza ottenere un immediato successo. Poi ci fu il boom improvviso. Soprattutto tra i giovani. Oggi le mie pellicole continuano a essere seguite da un pubblico molto giovane. Forse perché sono un tipo sincero”.
La parte oscura - Non cambia tono di voce nemmeno per un secondo, Argento. La parlata romana, le note di Profondo rosso in sottofondo. E un tuffo nel passato: “Ho imparato a fare il regista divorando migliaia di film. I banchi di scuola sono i sedili delle sale cinematografiche. Questo è l’unico modo per imparare a fare cinema. Poi ho ereditato la passione da mia madre, che era una grande fotografa. La mia ricetta per incutere paura? Non ne ho. Forse è una questione di predisposizione dell’animo nel raccontare certe cose. Ho il privilegio di avere un buon dialogo con la mia parte oscura, questo mi permette di raccontare storie terribili, senza che ciò turbi la mia coscienza. In ogni caso non è che io mi conosca troppo bene. Anzi, vorrei conoscermi veramente”.
Folgorato da Poe -La stregoneria, l’occulto, il soprannaturale. Una carriera costruita sul filo del brivido. E un’infanzia contraddistinta dalla curiosità."Da ragazzino fui vittima di una febbre reumatica, rimasi a letto a lungo. In quelle settimane, pescando nella biblioteca di mio padre trovai i racconti di Edgar Allan Poe. Scoprii un mondo nuovo, incredibile. È nato lì il mio interesse per il torbido". E aggiunge: "Oggi resto molto attratto anche da quello che capita nelle famiglie. Tutte le grandi bruttezze nascono quando ancora si è bambini, piccoli e fragili. È lì che spesso ha origine l'orrore”.
Il padre della psicoanalisi - Poi Argento loda Sigmund Freud. “Consiglio a tutti di leggerlo. Se non ci fosse stato lui, oggi non ci sarebbero tante cose. È stato Freud a insegnarmi a dialogare con i miei sogni e con i miei incubi. Lo devo solo ringraziare”.