I componenti della "Manada" della festa di San Fermin sono stati riconosciuti colpevoli solo di abuso sessuale
MADRID - La molto attesa sentenza per lo stupro di gruppo della festa di San Fermin a Pamplona nel 2016 ha suscitato accese polemiche e proteste in Spagna per la decisione dei giudici di condannare i cinque giovani della 'Manada' ('Branco') per 'abuso' sessuale e non 'stupro', in assenza di violenza palese.
Le condanne a nove anni invece dei 20 chiesti dall'accusa sono state accolte dalle proteste delle decine di militanti femministe che si erano riunite davanti alla sede del tribunale al grido di "Non è abuso, è stupro" e "Vergogna!". "Se non lotti contro 5 bruti non ti stanno violentando: vergogna e schifo" ha protestato su Twitter il leader di Podemos Pablo Iglesias.
Da due anni la Spagna segue molto da vicino gli sviluppi della vicenda e le posizioni contrapposte di accusa e difesa. Secondo la ricostruzione dei fatti il gruppo di giovani verso mezzanotte nel pieno delle celebrazioni della festa di San Fermin hanno avvicinato una giovane madrilena di 18 anni, l'hanno accompagnata per alcune centinaia di metri fino all'androne di una casa, dove hanno avuto rapporti sessuali con lei. La giovane è stata trovata sconvolta e piangente in strada da alcuni passanti, che l'hanno accompagnata in un commissariato. Qui ha denunciato uno "stupro" spiegando di non avere potuto reagire perchè 'paralizzata' da quanto stava accadendo.
I cinque accusati si sono difesi sostenendo che non si era dibattuta, che non c'era stata violenza e che quindi era consenziente. La Corte ha preso atto dell'assenza di violenza e ha condannato i cinque giovani 'solo' per 'abuso' e non 'aggressione' sessuale, un reato per il quale la procura aveva chiesto condanne a 18-20 anni di carcere.