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In una nuova specie di crostaceo, scoperta nell'oceano, sono state trovate tracce di PET

ITALIAIn una nuova specie di crostaceo, scoperta nell'oceano, sono state trovate tracce di PET

05.03.20 - 11:51
La specie, per sottolineare il problema della plastica negli oceani, è stata chiamata "Eurythenes plasticus"
Johanna Weston
Fonte ats ans
In una nuova specie di crostaceo, scoperta nell'oceano, sono state trovate tracce di PET
La specie, per sottolineare il problema della plastica negli oceani, è stata chiamata "Eurythenes plasticus"
La direttrice del settore Conservazione di WWF Italia ha sottolineato la gravità della situazione

ROMA - I ricercatori hanno scoperto una nuova specie: si tratta di un piccolo crostaceo, trovato negli abissi della fossa delle Marianne, nel quale sono state anche già rilevate tracce di plastica.

La scoperta si deve a dei ricercatori dell'università di Newcastle, che hanno individuato l'animale nell'Oceano Pacifico. Lo rende noto Wwf Italia che ha supportato la ricerca pubblicata oggi sulla rivista scientifica Zootaxa.

Nonostante vivano a più di 6'000 metri di profondità nell'oceano, alcuni di questi anfipodi (si tratta di piccoli crostacei con il corpo arcuato e compresso lateralmente) avevano all'interno del proprio corpo della plastica. È stata infatti confermata la presenza di tracce di PET (polietilene tereftalato) usata nella realizzazione di bottiglie e indumenti sportivi. 

«La specie appena scoperta ci mostra quanto siano gravi gli effetti della gestione inadeguata dei rifiuti di plastica» ha dichiarato Isabella Pratesi, direttrice del settore Conservazione di Wwf Italia. «Delle specie che vivono nei luoghi più remoti della Terra hanno già ingerito plastica prima ancora di essere conosciute dall'umanità. La plastica è nell'aria che respiriamo, nell'acqua che beviamo e ora anche negli animali che vivono lontano dalla civiltà umana» ha ribadito Pratesi, sottolineando l'importanza di fare qualcosa nei confronti della gestione della plastica.

Il nome "Eurythenes plasticus" è stato dato per sottolineare la necessità di agire rapidamente per fermare lo tsunami di rifiuti di plastica che si riversa nei nostri oceani» ha voluto sottolineare Alan Jamieson, ricercatore capo presso l'ateneo di Newcastle.

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COMMENTI
 

tazmaniac 4 anni fa su tio
Yummmhh! Sembrano buoni! Se invece di dar retta alla Gretina, ci si concentrasse sulle persone che alle parole mettono i fatti...un altro giovane, più in gamba di lei, ha già iniziato a pulire l'oceano...e pensate un po'.... in modo non inquinante...

LAMIA 4 anni fa su tio
Indovina chi è stato? Io no, tu penso neanche, milioni di svizzeri nemmeno! Ma noi pagheremo caro, perché SOMMARUGA vuol dimostrare che siamo primi della classe. E che influenza avremo? Zero se non meno di zero! E forse stata colpa nostra se le bottiglie di vetro sono state sostituite da quella di plastica? Mettiamo una tassa di 1 franco per ogni bottiglia. Noi riporteremmo il vuoto a rendere ma l industria vi assicuro non sarebbe così contenta della plastica che le ritorna. Scommettiamo?

curzio 4 anni fa su tio
Risposta a LAMIA
Fai un giretto lungo le rive dei fiumi, specialmente d'estate e poi dimmi se non è anche un po' colpa nostra....

tazmaniac 4 anni fa su tio
Risposta a curzio
mia no di sicuro. Io o riciclo o riporto a casa o butto nei cestini, così mi è stato insegnato... speriamo che il corona colpisca giusto allora.... ;o)

Canis Majoris 4 anni fa su tio
Che razza stupida quella umana! Ma chi riempirebbe il proprio salotto di rifiuti plastici? Nessuno, e allora perché lo fanno in natura che è comunque casa di tutti gli esseri viventi?
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