La specie, per sottolineare il problema della plastica negli oceani, è stata chiamata "Eurythenes plasticus"
La direttrice del settore Conservazione di WWF Italia ha sottolineato la gravità della situazione
ROMA - I ricercatori hanno scoperto una nuova specie: si tratta di un piccolo crostaceo, trovato negli abissi della fossa delle Marianne, nel quale sono state anche già rilevate tracce di plastica.
La scoperta si deve a dei ricercatori dell'università di Newcastle, che hanno individuato l'animale nell'Oceano Pacifico. Lo rende noto Wwf Italia che ha supportato la ricerca pubblicata oggi sulla rivista scientifica Zootaxa.
Nonostante vivano a più di 6'000 metri di profondità nell'oceano, alcuni di questi anfipodi (si tratta di piccoli crostacei con il corpo arcuato e compresso lateralmente) avevano all'interno del proprio corpo della plastica. È stata infatti confermata la presenza di tracce di PET (polietilene tereftalato) usata nella realizzazione di bottiglie e indumenti sportivi.
«La specie appena scoperta ci mostra quanto siano gravi gli effetti della gestione inadeguata dei rifiuti di plastica» ha dichiarato Isabella Pratesi, direttrice del settore Conservazione di Wwf Italia. «Delle specie che vivono nei luoghi più remoti della Terra hanno già ingerito plastica prima ancora di essere conosciute dall'umanità. La plastica è nell'aria che respiriamo, nell'acqua che beviamo e ora anche negli animali che vivono lontano dalla civiltà umana» ha ribadito Pratesi, sottolineando l'importanza di fare qualcosa nei confronti della gestione della plastica.
Il nome "Eurythenes plasticus" è stato dato per sottolineare la necessità di agire rapidamente per fermare lo tsunami di rifiuti di plastica che si riversa nei nostri oceani» ha voluto sottolineare Alan Jamieson, ricercatore capo presso l'ateneo di Newcastle.