Attivista indiana in manette per aver elaborato un vademecum pro contadini e averlo condiviso con l'ambientalista.
NUOVA DELHI - L'interessamento di alcune personalità internazionali torna a far parlare delle proteste degli agricoltori in corso da dicembre a Delhi. Una 22enne ambientalista indiana è stata arrestata per aver condiviso con Greta Thunberg un vademecum per le manifestazioni.
Disha Ravi è stata prelevata sabato sera dall'unità cybercriminalità della polizia di Delhi nella sua abitazione a nord di Bengalore. L'accusa: «cospirazione» contro il governo indiano. «Le indagini hanno rivelato che era uno degli autori del "toolkit" di Google e una cospiratrice chiave nella stesura del documento e nella sua diffusione», ha dichiarato il portavoce della polizia di Delhi, Anil Mittal, come riporta l'Hindustan Times.
Ravi avrebbe in particolare condiviso lo scritto - un prontuario per sostenere gli agricoltori in rivolta - con l'ambientalista svedese Greta Thunberg. Quest'ultima lo ha a sua volta girato via Twitter ai suoi 4,9 milioni di follower.
Ravi rimarrà in stato di fermo per cinque giorni. Dovrà rispondere di sedizione, promozione dell'ostilità e cospirazione.
«L'arresto della 21enne Disha Ravi è un attacco senza precedenti alla Democrazia», ha twittato il primo ministro del Territorio della Capitale nazionale di Delhi, Arvind Kejriwal. «Sostenere i nostri agricoltori non è un crimine», ha aggiunto.
Secondo quanto riferisce l'Hindustan Times, Ravi è a capo della sezione indiana dei Fridays For Future, il movimento ambientalista iniziato da Greta Thunberg nel 2018. A spingerla verso l'attivismo climatico sarebbe stata l'esperienza dei suoi nonni, degli agricoltori alle prese con gli effetti del riscaldamento globale.
L'interessamento della cantante barbadiana Rihanna e di Greta Thunberg alle proteste dei contadini indiani contro una riforma agricola recentemente varata dal parlamento ha già provocato piccate reazioni di Nuova Delhi. L'India ha in particolare esortato certi «personaggi stranieri» a non immischiarsi senza cognizione di causa negli affari interni del Paese.