L'ex sindaco di Riace assicura: «Rifarei tutto». E domenica prenderà parte alle elezioni regionali in Calabria
RIACE - «Dietro la mia condanna ci sono ombre poco chiare». È quanto sostiene Mimmo Lucano, l'ex sindaco del comune calabrese di Riace che ieri è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione per illeciti nella gestione dei migranti.
Una pena ben superiore rispetto alla richiesta del pubblico ministero (7 anni e 11 mesi) e che fa sta facendo molto discutere in Italia. Lucano, intervistato dal Corriere della Sera, sostiene che i responsabili di quanto sta passando siano «un magistrato molto importante» e «un politico di razza», che «hanno dall’inizio cercato di offuscare la mia immagine, il mio impegno verso gli immigrati, i più deboli». Alla richiesta del giornalista di sapere i nomi, Lucano risponde: «Voglio prima leggere le motivazioni della sentenza. Mi aspettavo un’assoluzione piena. Io non mi sono mai lasciato intimidire da nessuno. Per ora hanno vinto loro, ma siamo solo al primo grado. Ci sarà l’appello».
Lucano lascia intendere che ci siano presunte gelosie dovute alla grande popolarità - «mai cercata», sottolinea Lucano - ottenuta in passato. Il riconoscimento della rivista Fortune e la fiction Rai con Beppe Fiorello sarebbero state le gocce che hanno fatto traboccare il vaso. C'è poi la severità della sentenza: «In effetti è stata una condanna senza precedenti. Sono arrabbiato e deluso per un verdetto che ritengo ingiusto sotto ogni profilo. Quello che più mi fa rabbia, però, è che è stata attaccata la mia moralità. Io sono un uomo specchiato e onesto, non ho neanche i soldi per pagare i miei avvocati».
Guardandosi indietro, Lucano cambierebbe qualcosa? «Rifarei tutto», assicura. E domenica prenderà parte regolarmente alle elezioni regionali in Calabria. «Non vedo perché dovrei tirarmi indietro. So benissimo che l’interdizione per cinque anni e la legge Severino non mi consentiranno, se eletto, di far parte del Consiglio regionale. Però voglio conoscere il mio destino. Sapere se ancora la gente ha fiducia in me».