Era stato accusato di propaganda sovversiva e condannato a tre anni di carcere.
IL CAIRO - Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna accusato in patria di propaganda sovversiva e condannato ieri a tre anni di carcere, ha ricevuto la grazia presidenziale. Lo hanno reso noto le autorità egiziane.
Il «presidente Abdel Fattah al-Sisi (...) usa i suoi poteri costituzionali ed emette un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer, in risposta all'appello del Consiglio dei segretari del Dialogo Nazionale e delle forze politiche», ha scritto su Facebook Mohamad Abdelaziz, un componente del Comitato per la grazia presidenziale egiziano.
La grazia sarebbe frutto di una «lunga e costante trattativa» tra il governo italiano e quello egiziano, che ha visto protagonisti la premier Giorgia Meloni, il ministro degli esteri Antonio Tajani che ha svolto diverse missioni in Egitto in questi mesi, e l'Aise, l'agenzia di intelligence che si occupa dell'estero.
Contattato per telefono dall'ANSA, uno degli avvocati del ricercatore 32enne, Samweil Tharwat, ha spiegato che il rilascio di Zaki «è previsto nelle prossime ore. Sua madre e suo zio si sono recati alla stazione di polizia di Nuova Mansura per attendere il rilascio».
Khaled Ali, un noto avvocato e attivista politico, ex-candidato alle presidenziali egiziane, contattato per telefono dall'ANSA ha precisato che Patrick sarà rilasciato domattina. L'Aise sta organizzando il trasferimento in Italia; non ci sarebbe infatti alcun divieto di espatrio per l'attivista.
In un videomessaggio in cui ringrazia anche al-Sisi, la premier Giorgia Meloni ha affermato che «domani Patrick Zaki sarà in Italia e gli auguro dal profondo del cuore una vita di serenità e di successi».
Graziato anche attivista per i diritti umani
Mohamed El-Baqer, l'altro detenuto di cui si cita il nome nell'annuncio sulla grazia presidenziale per Zaki, è «un importante avvocato per i diritti umani» e «sta scontando una pena di quattro anni dopo essere stato condannato nel dicembre 2021, sempre da un tribunale di emergenza per la sicurezza dello Stato, per essersi unito a un gruppo terroristico e aver diffuso notizie false all'interno e all'esterno del paese», ricorda il sito del principale quotidiano egiziano, il governativo "Al-Ahram". «El-Baqer - viene aggiunto - è stato posto in detenzione preventiva nel settembre 2019 prima di essere condannato in un processo».
Per "gruppo terroristico", in Egitto comunemente si intende la Fratellanza musulmana, al bando nel paese dal 2013 per una deriva terroristica di alcune sue frange.