Il Cairo avrebbe proposto un patto a tre fasi per giungere a una tregua.
GAZA - Una delegazione del movimento del Jihad islamico palestinese (Pij) è arrivata al Cairo per colloqui con funzionari della sicurezza egiziana. Lo riportano diversi media, tra i quali Al Jazeera.
Come riporta il quotidiano egiziano Ahram, la delegazione è guidata dal segretario generale del gruppo, Ziad Nakhaleh, e discuterà i modi per porre fine all'aggressione israeliana a Gaza. Un'altra delegazione di Hamas, guidata da Ismail Haniyeh, è già al Cairo per colloqui simili con funzionari egiziani sul cessate il fuoco a Gaza e sullo scambio di prigionieri.
Secondo fonti citate dal media saudita Asharq la delegazione di Hamas è già tornata in Qatar per consultarsi con l'Ufficio politico sull'iniziativa proposta dall'Egitto, che prevede tre fasi di cessate il fuoco tra Israele e le fazioni palestinesi nel Paese. Le fonti hanno spiegato che il capo dell'ufficio politico del movimento, Haniyeh, è arrivato a Doha al termine dei colloqui di quattro giorni al Cairo, indicando che «Hamas studierà, nell'ambito del suo ufficio politico, il documento di iniziativa egiziana che ha ricevuto in Egitto per un cessate il fuoco».
Secondo il media saudita Asharq, «la prima fase prevede l'avvio di una tregua umanitaria della durata di due settimane, prorogabile per due o tre settimane, durante le quali Hamas dovrebbe liberare 40 detenuti israeliani, donne e bambini (sotto i 18 anni) e maschi anziani, soprattutto malati». In cambio di questo, Israele dovrebbe «rilasciare 120 prigionieri palestinesi delle stesse due categorie».
Durante la seconda fase bisognerà «stabilire un dialogo nazionale palestinese sotto il patrocinio egiziano con l'obiettivo di 'porre fine alle divisioni' e formare un governo di tecnici indipendenti che supervisionerà le questioni relative agli aiuti umanitari, il dossier per la ricostruzione della Striscia di Gaza e aprirà la strada alle elezioni generali e presidenziali palestinesi».
Infine, secondo le fonti di Asharq, si arriverà a un cessate il fuoco totale e a «un accordo globale sullo scambio di prigionieri» che dovrebbe includere anche i prigionieri palestinesi «con condanne elevate e coloro che sono stati arrestati da Israele dopo il 7 ottobre». La fase finale dovrebbe prevedere «il ritiro israeliano dalle città della Striscia di Gaza e la possibilità per gli sfollati di ritornare anche nelle loro aree della Striscia settentrionale».