Cosa c'è dietro la decisione delle autorità giapponesi
TOKYO - La decisione dell'Agenzia meteorologia giapponese di diramare l'allerta per un possibile super-terremoto ha fatto il giro del mondo e ha suscitato alcuni interrogativi nell'opinione pubblica statunitense.
Giovedì una forte scossa di terremoto, di magnitudo 7.1, è stata registrata lungo la costa della prefettura di Miyazaki, nell'area della fossa di Nankai. Un sisma relativamente più forte rispetto alla media, spiega il Japan Times, che è stato seguito dall'invito alla popolazione di prepararsi a un possibile terremoto devastante. Sicuramente più di quello di ieri, che ha causato 16 feriti e il danneggiamento di tre edifici.
L'allerta non è stata diramata a cuor leggero dall'agenzia, che interviene dopo aver osservato fenomeni anomali lungo questa fossa, il punto d'incontro tra la placca delle Filippine e quella eurasiatica. Con una scossa di magnitudo 8 o superiore (come quella del 21 dicembre 1946, stimata tra 8.1 e 8.4) scatta il livello più alto. L'allerta, in linea di principio, resta in vigore per una settimana ma può essere revocata dopo un'analisi della situazione da parte del comitato di esperti.
È proprio il lungo lasso di tempo trascorso rispetto al precedente mega-terremoto ad aumentare le probabilità: secondo i dati governativi la probabilità che avvenga nei prossimi 30 anni è passata dal 70% all'80%.
Il governo nipponico ha esortato la popolazione a proseguire nelle attività quotidiane adottando, nel contempo, «misure preventive come impedire che i mobili cadano, controllare le vie di fuga e i mezzi di comunicazione con le proprie famiglie ed evacuare immediatamente in caso di terremoto», ha dichiarato il capo di aginetto Yoshimasa Hayashi nel corso di una conferenza stampa tenutasi venerdì.