È la denuncia dell'Organizzazione non governativa Oxfam
BRUXELLES - «Ancora una volta l'Unione europea mette in campo vecchie idee basate sulla mera difesa delle frontiere europee, che hanno già dimostrato di non funzionare e di avere come unico esito quello di calpestare i diritti umani. Cosa che già accade in Grecia, dove migliaia di persone sono lasciate in un limbo spesso senza la possibilità di richiedere asilo, costrette a sopravvivere in condizioni disumane negli hotspot allestiti sulle isole dalla Ue. O nel Mediterraneo centrale, dove oltre 100 mila migranti sono stati riportati nei lager libici negli ultimi 5 anni, per effetto del memorandum tra Italia e Libia, appena rinnovato».
Lo sostiene in una nota Oxfam, alla vigilia del Consiglio dei ministri degli Interni e della Giustizia Ue, che domani discuterà il nuovo Piano in 20 punti presentato dalla Commissione «con l'obiettivo esplicito di fermare i flussi migratori verso l'Europa, dopo il braccio di ferro delle ultime settimane sui salvataggi dei migranti nel Mediterraneo».
«Questo Piano è profondamente sbagliato, ed è una perdita di tempo. Non affronta la vera questione, e cioè riportare la discussione sul Patto Europeo per la Migrazione e l'Asilo nel solco del rispetto dei diritti delle persone e delle normative esistenti sul diritto di asilo», ha detto Giulia Capitani, policy advisor su migrazioni di Oxfam Italia.
«Eppure, la risposta europea offerta agli oltre 7 milioni di ucraini, costretti a lasciare il paese dallo scorso 24 febbraio, è la dimostrazione che quando c'è la volontà politica, è possibile trovare un accordo giusto. Al contrario, la strategia dell'Unione europea nel Mediterraneo continua a puntare sull'esternalizzazione delle frontiere europee, delegandone il controllo a Paesi come Turchia e Libia, che vengono generosamente finanziati con il denaro dei contribuenti nonostante le palesi e gravissime violazioni dei diritti umani, denunciate dall'ONU e da organismi di monitoraggio indipendenti».
Oxfam chiede all'Unione europea di «rafforzare il sistema di asilo comune; stabilire regole efficaci per una condivisione delle responsabilità di accoglienza tra gli stati membri» e «interrompere gli accordi in essere che delegano a Paesi terzi il controllo dei flussi migratori verso l'Europa».