Il Consiglio di sicurezza iraniano ribadisce: dietro i manifestanti ci sono «servizi d'intelligence stranieri»
TEHERAN - «Le forze di sicurezza, con tutta la loro forza e senza tolleranza, faranno fronte a ogni nuova rivolta, che finora è stata sostenuta dai servizi di intelligence stranieri», ha affermato il Consiglio di sicurezza iraniano in una dichiarazione in vista di una nuova mobilitazione indetta dagli attivisti per tre giorni dal 5 al 7 dicembre, in continuità con le proteste contro l'establishment innescate dalla morte di Mahsa Amini il 16 settembre.
Obbligo del velo - Il procuratore generale iraniano, l'ultraconservatore Mohammad Jafar Montazeri, promettendo risultati rapidi, ha annunciato che «a seguito dei recenti incidenti nel paese, il Parlamento e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale stanno studiando e lavorando sulla questione dell'hijab obbligatorio e annunceranno il risultato tra 15 giorni». Il procuratore non ha però specificato in quale direzione questa legge potrebbe essere modificata.
Il procuratore generale ha annunciato una prossima data per l'esito dell'esame sull'obbligo d'indossare l'hijab. «Mercoledì abbiamo avuto un incontro con la commissione culturale del Parlamento e vedremo i risultati tra una settimana o due», ha promesso in un discorso a Qom, a sud di Teheran.
Il ruolo di Borrell è «di grande importanza» - Il ruolo dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Josep Borrell nel prevenire una posizione non costruttiva da parte dell'UE è di grande importanza, ha detto il ministro iraniano degli Esteri Hossein Amirabdollahian in una conversazione telefonica con lo stesso Borrell oggi, in risposta a quelle che ha definito «recenti osservazioni scortesi» di alcuni funzionari europei a sostegno delle attuali proteste in Iran.
«Gli obiettivi strategici dell'UE sono caduti vittima delle ambizioni di gruppi violenti e terroristici, che forniscono informazioni sbagliate ad alcuni politici europei estremisti», ha aggiunto Amirabdollahian, citato da ISNA.
Gli «istigatori» - In un colloquio telefonico separato con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il ministro iraniano ha accusato ancora una volta gli Stati Uniti e un certo numero di altri stati occidentali d'istigare «rivolte» e terrore in Iran ricorrendo a informazioni false e abusando dei meccanismi internazionali.