Lo ha annunciato il procuratore generale Montazeri. L'obbligo di velo, però, al momento rimane in vigore
TEHERAN - La polizia religiosa, l'organismo che tra le altre cose vigilava sul rispetto dei codici dell'abbigliamento dettati dalla Repubblica islamica (specialmente nei confronti delle donne), è stata abolita.
Lo ha dichiarato il procuratore generale Mohamad Jafar Montazeri nel corso di un incontro con il clero nella città di Qom. L'agenzia di stampa iraniana Isna riferisce che Montazeri ha dichiarato che la polizia religiosa «non ha niente a che fare con la magistratura». Non è chiaro al momento il legame diretto tra le proteste in corso da oltre due mesi e la decisione di sciogliere il corpo delle forze dell'ordine, costituito nel 2005 dopo l'elezione alla presidenza dell'Iran di Mahmoud Ahmadinejad.
La Gasht-e Ershad è il gruppo della polizia religiosa che alla metà del mese di settembre ha arrestato Mahsa Amini in un parco di Teheran. Il motivo: la giovane non indossava correttamente il velo. Poche ore dopo la 22enne è morta in carcere: secondo le autorità per motivi naturali, mentre l'opposizione al regime degli ayatollah parla di un pestaggio condotto forse da membri delle forze di sicurezza.
Lo scioglimento della polizia religiosa non porterà necessariamente alla fine dell'obbligo del velo per le donne iraniane. Una decisione in merito è attesa nei prossimi giorni, «ma la magistratura continuerà a occuparsi di questa sfida sociale», ha aggiunto Montazeri secondo quanto afferma il quotidiano Shargh.
Le prime reazioni sono di cautela: il vero problema è l'obbligo del velo e non la polizia religiosa, affermano alcuni attivisti sui social. L'annuncio odierno, seppure sia chiaramente una vittoria per le donne iraniane, «è solo il primo passo».