Il sole torna a splendere in alcune zone dell'Emilia-Romagna, ma nei prossimi giorni sono attesi nuovi rovesci
RAVENNA - Si spala, si svuotano le cantine e i primi piani delle case e si fa la prima conta dei danni. L'alluvione che per giorni ha messo in ginocchio l'Emilia-Romagna, causando lo sfollamento di 36mila persone e 14 vittime, che ha ucciso migliaia di animali e messo in pericolo la vita di centinaia di migliaia di altri, costerà allo Stato almeno 620 milioni di euro.
È una prima cifra, che non si esclude possa salire e che viene accompagnata da un certo malcontento dato, anche, da una normativa introdotta nel 2017 e che avrebbe dovuto contenere, se non azzerare, il consumo di suolo. Impedendo, in pratica, di cementificare in determinate aree su cui, invece, i Comuni hanno continuato a costruire. E questo continuare a rendere impermeabile il suolo potrebbe aver giocato un ruolo nelle alluvioni degli scorsi giorni. Commentando la situazione al Fatto Quotidiano, il presidente regionale di Legambiente Davide Ferraresi ha affermato che «la classe politica non ha scuse. Ci sono state pressioni da tanti privati e in alcuni casi hanno avuto la meglio sull’interesse pubblico».
Emergenza climatica - Ma non si tratta solo di un problema di infrastrutture. Come rilanciato da numerosi gruppi ambientalisti e da alcuni politici, tra cui la Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, si tratta di un'emergenza climatica, dettata quindi anche dal riscaldamento climatico.
Greenpeace ha invece riportato le parole del ricercatore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica nell'Italia centrale, Mauro Rossi: «Oggi, purtroppo, possiamo osservare come l’alternanza tra periodi siccitosi ed eventi di pioggia estrema favorisca l’occorrenza di fenomeni geo-idrologici sul nostro territorio». E Greenpeace aggiunge: «Eventi estremi come quello in corso rischiano di diventare la normalità se non affrontiamo con urgenza le cause della crisi climatica».
Morti milioni di alberi - Stando a Confagricoltura, poi, alla conta dei danni vanno aggiunte le perdite di agricoltori e allevatori. In Emilia-Romagna sarà infatti necessario estirpare almeno dieci milioni di alberi da frutto, tra cui peschi, kiwi e albicocchi.
Come riporta Rai News, Confagricoltura non ha tuttavia ancora incluso le colture distrutte dalle frane. Non si esclude quindi che nelle prossime settimane venga presa la decisione di estirpare oltre 40 milioni di alberi da frutto.
C'è poi il fattore allevamenti e allevamenti intensivi. Al momento è noto che oltre 250mila animali, tra bovini, maiali, pecore e capre, necessitano di un aiuto immediato, protezione, acqua e cibo. Nella conta non viene incluso il numero di animali che si trovano nelle aziende avicole. Si stima che migliaia di animali siano già morti affogati. In questo senso si è attivata la Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente in Emilia-Romagna che in queste ore sta cercando di mettere in sicurezza gli animali.
Qualche giorno di tregua - Riguardo le precipitazioni, sono attese almeno 48 ore di calma, anche se la Protezione Civile ha diramato sia per oggi sia per domani un'allerta rossa sul bolognese e sulla Romagna.
Non si esclude che a partire da mercoledì la pioggia possa tornare a battere. Nel frattempo il fronte temporalesco si è spostato verso occidente, facendo esondare il Po alle porte di Torino.