Il piano di Hamas non piace a Gerusalemme, che aumenta la pressione militare a sud della Striscia: verso una nuova fase del conflitto.
Se è vero che ieri - per bocca del premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani - Hamas ha dato parere positivo all'intesa sugli ostaggi israeliani a Gaza, è pur vero che si tratta di una «risposta negativa nella sostanza». Come hanno poi precisato fonti israeliane, che si dicono contrarie all'ipotesi di cessazione dei combattimenti.
Le tre fasi: 135 giorni - Ma cosa chiede Hamas nella sua bozza di accordo che "non va giù" a Israele? Ebbene, secondo quanto ricostruisce Reuters, lo scambio di detenuti dovrebbe essere articolato in tre fasi, da 45 giorni ciascuna (135 in tutto): prima la ricostruzione della Striscia - degli ospedali e dei campi profughi a Gaza - con il rilascio di tutte le donne israeliane prigioniere, dei maschi sotto i 19 anni, degli anziani e dei malati in cambio della liberazione di donne e bambini palestinesi.
Poi (seconda fase) si potrà procedere al rilascio degli ostaggi maschi israeliani, in cambio degli altri prigionieri palestinesi e del completo ritiro delle truppe israeliane da Gaza: in tutto Hamas punta al rilascio di 1.500 detenuti palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, inclusi i condannati all'ergastolo. Infine, il terzo e ultimo step prevede lo scambio dei corpi delle vittime.
Si stringe il cerchio su Rafah - Dunque "conditio sine qua non", messa sul tavolo dai terroristi, è quella del completo ritiro dei soldati israeliani e quindi la fine dei combattimenti. Ipotesi «irricevibile» rispedita al mittente già ieri da fonti politiche di Tel Aviv: «Non cesseremo i combattimenti».
Anzi, a questo proposito cresce in queste ore la preoccupazione palestinese circa un' invasione di terra israeliana della città meridionale di Rafah, dove si trovano 1,4 milioni di sfollati. Secondo Aljazeera questa mattina si udivano esplosioni in città, mentre i cannoni israeliani sparavano sulla principale strada costiera a ovest di Rafah. Ci sarebbero già undici morti e una crescente tensione per l'attivazione della nuova fase della vendetta israeliana, l'invasione di terra a Rafah.
La mediazione Usa - In tutto questo, continua il tour in Medio Oriente del Segretario di Stato americano Antony Blinken che oggi incontra i leader israeliani per ritrovare il fragile e sottile filo dell'intesa tra le parti, che porti a un cessate il fuoco. Si dovrà in questo senso trovare un difficile compromesso con i leader di Hamas, che chiedono anche il divieto di ingresso agli ebrei alla Spianata delle moschee, il ritorno degli sfollati nel nord di Gaza e l'ingresso nella striscia di 500 camion di aiuti al giorno.