Cerca e trova immobili
Circa 500 morti in Libano. Nel mirino un comandante di Hezbollah

ISRAELE / LIBANOCirca 500 morti in Libano. Nel mirino un comandante di Hezbollah

23.09.24 - 17:02
Hezbollah: «Il comandante Ali Karaki sta bene ed è al sicuro». Netanyahu: «Lasciate le zone degli attacchi»
AFP
Fonte Ats Ans
Circa 500 morti in Libano. Nel mirino un comandante di Hezbollah
Hezbollah: «Il comandante Ali Karaki sta bene ed è al sicuro». Netanyahu: «Lasciate le zone degli attacchi»

BEIRUT - È salito a circa 492 morti, di cui 35 bambini, e oltre 1600 feriti il bilancio degli attacchi compiuti da Israele in Libano. Hezbollah ha affermato di aver colpito due basi israeliane «con decine di razzi» in risposta ai raid odierni nelle aree meridionali e orientali del Paese.

In due distinte dichiarazioni, Hezbollah ha affermato di aver preso di mira «i principali depositi» delle Forze israeliane di difesa (Idf) per la regione settentrionale di Israele, a ovest di Tiberiade, e una caserma militare, «in risposta agli attacchi del nemico israeliano».

Stamattina la milizia libanese aveva annunciato il bombardamento di altri tre obiettivi nel nord dello Stato ebraico. Sirene di allarme hanno risuonato nel nord d'Israele e nella Cisgiordania.

Secondo l'esercito israeliano, Hezbollah ha lanciato oggi circa 180 razzi dal Libano verso Israele, la maggior parte verso il nord del Paese, compresa la zona di Haifa. Per la prima volta dall'8 ottobre, i miliziani libanesi hanno lanciato anche proiettili a lungo raggio, riferisce Times of Israel. Almeno 10 di questi sono stati lanciati anche verso gli insediamenti della Cisgiordania, a più di 100 chilometri dal confine con il Libano.

L'IDF ha comunicato nel tardo pomeriggio di aver compiuto un attacco mirato nella capitale libanese Beirut. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz sarebbe stato colpito il comandante del fronte meridionale di Hezbollah, Ali Karaki. In serata Hezbollah ha smentito la notizia, annunciando che il comandante Ali Karaki sta «bene» e si trova in un «luogo sicuro».

«Una guerra di sterminio» - L'obiettivo dichiarato di Israele è eliminare le basi di lancio, le infrastrutture e le scorte di razzi e missili di Hezbollah, riducendo gli attacchi dal Libano e consentire il ritorno degli sfollati nel nord del Paese. Ma per il premier libanese Najib Mikati quella di Israele è «una guerra di sterminio» contro il suo popolo. Secondo il ministero della Sanità di Beirut, oltre alle centinaia di vittime, in meno di una settimana si contano circa 5.000 feriti dagli attacchi israeliani, comprese le esplosioni simultanee dei dispositivi wireless in dotazione ai miliziani. «Stiamo lavorando per fermare la nuova guerra israeliana ed evitare il più possibile di cadere nell'ignoto», ha detto Mikati, invocando «sforzi internazionali collettivi per fare pressione su Israele».

«Lasciate le zone degli attacchi» - Infine, Benyamin Netanyahu si è rivolto ai cittadini libanesi invitandoli ad abbandonare le zone di conflitto. «Tiratevi fuori dai guai ora, non lasciate che Hezbollah metta in pericolo le vostre vite e quelle dei vostri cari», ha detto il premier israeliano.

«Una volta terminata la nostra operazione, potrete tornare sani e salvi alle vostre case», prosegue nel messaggio in cui denuncia che «per troppo tempo, Hezbollah vi ha usato come scudi umani. Ha piazzato razzi nei vostri salotti e missili nei vostri garage».

«Quei razzi sono puntati sulle nostre città». E per «difendere il nostro popolo dobbiamo eliminare queste armi», aggiunge.

Biden: «Sto lavorando a una de-escalation in Libano»
«Sto lavorando ad una de-escalation in Libano». Lo ha detto Joe Biden che oggi riceve alla Casa Bianca il presidente degli Emirati Arabi Uniti, per la prima volta a Washington nella storia dei rapporti tra i due Paesi.

«Sono stato informato sugli ultimi sviluppi in Israele e Libano. Il mio team è in costante contatto con le loro controparti e stiamo lavorando per allentare la tensione in modo da consentire alle persone di tornare a casa in sicurezza», ha detto Biden a margine dei colloqui con il presidente degli Emirati Arabi Uniti Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan alla Casa Bianca.

Intanto, il Pentagono ha annunciato che invierà altri militari americani in Medio Oriente. «Alla luce dell'aumento della tensione e per estrema cautela, stiamo dispiegando un piccolo numero di soldati aggiuntivo per aumentare le nostre forze già presenti nella regione», ha affermato il portavoce del dipartimento della Difesa il generale Pat Ryder senza specificare il numero.

Sono circa 40.000 i militari Usa presenti nella regione con basi in Iraq, Siria e nei paesi del Golfo Persico. Inoltre c'è la portaerei Abraham Lincoln nel Golfo di Oman e la Harry S. Truman è salpata dalla Virginia per il Mediterraneo.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE