La Commissione amministrativa del Tribunale d'appello fa il punto su quanto emerso negli scorsi giorni.
BELLINZONA - Fermare le speculazioni emerse sui media in merito al "rapporto Galliani" e sul suo contenuto. Questo l'obiettivo di una nota stampa diffusa questo pomeriggio dalla Commissione amministrativa del Tribunale d'appello.
Ma andiamo con ordine. «Dando seguito a una segnalazione inoltrata alla Sezione delle risorse umane da una collaboratrice del Tribunale penale cantonale per possibili molestie subite a opera di una sua collega, con risoluzione del 30 aprile 2024 il Consiglio di Stato ha incaricato l'avv. Maria Galliani di procedere ad accertamenti preliminari a supporto dell'autorità giudiziaria di nomina», spiega il comunicato stampa.
Dopo avere proceduto a numerose «audizioni e concluso l'incarico, l'avv. Galliani ha trasmesso le risultanze dei suoi accertamenti al Consiglio di Stato, che li ha poi a sua volta fatti pervenire per le proprie incombenze alla Commissione amministrativa del Tribunale d'appello, nella persona del suo presidente, quale autorità di nomina della funzionaria segnalata».
«l singoli membri della Commissione amministrativa, a eccezione naturalmente del rappresentante della Sezione di diritto penale del Tribunale d'appello, hanno quindi potuto esaminare a turno il dossier allestito dall'avv. Galliani e si sono riuniti venerdì 20 settembre 2024 per discutere del medesimo e per valutare i prossimi passi da intraprendere».
La Commissione amministrativa sottolinea che il "rapporto Galliani" consiste esclusivamente «nell'insieme delle risultanze di una serie di accertamenti compiuti dalla citata avvocata, intesi a chiarire la natura delle relazioni personali intercorse nel tempo tra la parte segnalante e la parte segnalata. In particolare, esso non contiene alcuna conclusione giuridica in merito all'esistenza o meno di una situazione di mobbing».
«Nella misura in cui tali atti d'inchiesta costituiscono degli accertamenti preliminari dei fatti volti a permettere all’autorità di nomina di decidere se aprire un procedimento disciplinare/amministrativo nei confronti della persona segnalata e/o di altri collaboratori attivi presso il Tribunale penale cantonale, gli stessi sono naturalmente coperti dal segreto d'ufficio, ragione per la quale, pena la violazione di quest'ultimo, il loro contenuto non può assolutamente essere divulgato a terzi».
Detto questo, «la Commissione amministrativa del Tribunale d'appello si sta adoperando affinché la questione di diritto del personale pubblico sorta a dipendenza della segnalazione sopra menzionata possa essere definita in maniera celerà, fermo restando la necessità di rispettare le procedure e i diritti delle persone coinvolte».