E la situazione, che sta mettendo in ginocchio diversi produttori, sembra destinata durare ancora un po'
L'esperto: «Mai visto niente del genere, potrà essere necessario chiudere dei pozzi»
LONDRA - Un minimo storico quello toccato questa mattina dal Brent, arrivato a toccare quota 16 dollari al barile, attestandosi attorno ai 16,6 dollari più tardi nella mattinata.
Alla base del crollo, costante nelle ultime settimane, il lockdown causato dalla pandemia mondiale che ha portato a un calo negli acquisti globali e un massiccio aumento dello stoccaggio. Negli Stati Uniti la situazione è così critica che diversi produttori sono stati costretti a pagare per farsi liberare dalle giacenze.
La situazione straordinaria ha portato questo martedì a una call di emergenza fra i membri dell'OPEC+ che non siè però tradotta in nuove misure immediate.
Già sul tavolo, a partire da maggio, una produzione ridotta di circa 10 milioni di barili al giorno, riporta Bloomberg. Una mossa che però potrebbe non essere sufficiente a invertire la tendenza in tempi brevi.
«È difficile che la situazione si capovolga rapidamente, resterà così almeno fino a metà maggio», ha commentato Jeffrey Currie di Goldman Sachs alla CNBC, «non si può semplicemente chiudere un pozzo di petrolio: ci vuole tempo, ha dei costi e potrebbe danneggiarne la fuoriuscita in maniera permanente. Visti i prezzi così bassi, in diversi però cederanno. È una cosa incredibile non ho mai visto niente del genere, negli anni '80 c'era stato qualcosa di simile ma non a questi livelli».