In tempo di Covid Zurigo si piazza al 20esimo posto e Ginevra al 29esimo
TOKYO - Per il nono anno consecutivo Londra si conferma al numero uno nella classifica del Global Power City Index (Gpci), l'indice compilato annualmente dalla giapponese Mori Memorial Foundation, che misura l'attrattiva e i livelli di vivibilità di 48 città al mondo, e che per la prima volta ha tenuto conto dell'impatto del coronavirus sullo stile di vita dei cittadini delle metropoli a livello globale.
La capitale britannica mantiene così il primato e precede New York e Tokyo - un ordine invariato rispetto all'anno scorso - mentre avanzano in classifica le città di Parigi e Singapore, rispettivamente al quarto e al quinto posto. Per quanto riguarda la Svizzera, Zurigo è 20esima e Ginevra 29esima.
Per definizione della Fondazione Mori la classifica studia il livello di "magnetismo" dei grandi centri urbani, e la loro capacità di attrarre l'alto numero di residenti e le aziende da diverse sedi. Le città in esame sono valutate in base a cinque criteri principali: l'aspetto economico, la ricerca e sviluppo, le attività culturali, il livello di vivibilità nel campo sociale, l'idoneità ambientale e la funzionalità del sistema dei trasporti.
L'Europa è il continente con il maggior numero di città presenti in classifica, a quota 17, seguita dall'Asia con 13, e dal Nordamerica con 8.
Nell'anno segnato dalla pandemia del Covid-19, ha spiegato il professore emerito della Meiji University e direttore esecutivo della Mori Memorial Foundation, Hiroo Ichikawa, diversi indicatori sono stati aggiornati per meglio interpretare l'evoluzione dei cambiamenti esterni, tra cui la disponibilità di alternative agli spazi di lavoro tradizionali o la capacita di trasmissione dati dei collegamenti internet, in linea con le necessità create dallo stato di emergenza sanitaria.
Circa il 70% delle persone intervistate ha detto di aver subito dei cambiamenti del proprio stile di vita, mentre il 40% si è detta favorevole a utilizzare in egual misura la propria abitazione e l'ufficio come sede di lavoro dopo la fine della pandemia.
Alla domanda su quanto abbia inciso la diffusione del virus sull'eventualità di spostare la propria residenza, i cittadini di Londra, New York e Tokyo giudicano la possibilità piuttosto remota, rispettivamente il 69, il 53 e il 58%. Il Gpci è stato pubblicato per la prima volta nel 2008 su un campione iniziale di 30 città e attualmente raggiunge 48 centri urbani.