Non è ancora chiaro se la direzione della filiale francese fosse a conoscenza del sistema organizzato
PARIGI - Ikea ha spiato i dipendenti? È quanto dovrà stabilire il Tribunale correzionale di Versailles nel processo che prende avvio oggi. Sono passati però ben nove anni da quando l'Union départementale des syndicats confédérés Force Ouvrière de la Seine-Saint-Denis ha denunciato l'azienda svedese, accusandola di aver orchestrato un sistema di spionaggio organizzato nei confronti dei dipendenti. Ikea, secondo l'accusa, avrebbe utilizzato informazioni degli archivi amministrativi e giudiziari, stando a quanto riportato da alcuni media.
Dalle email analizzate in vista del processo è emerso che l'azienda aveva assunto investigatori privati per indagare sulla fedina penale di alcuni dipendenti e candidati ad un posto di lavoro. Non solo: i dirigenti contattavano direttamente alcuni agenti di polizia, loro conoscenti, per farsi dare informazioni più precise. I fatti si sarebbero svolti dal 2009 al 2012.
Chi aveva ideato la procedura? Al momento la palla viene rimbalzata tra la direzione francese della filiale e alcuni alti dipendenti.
In totale 15 persone (tra cui dirigenti e collaboratori di Ikea, funzionari di polizia e investigatori privati), e Ikea in quanto persona giuridica, sono finiti sotto inchiesta, e nel 2020 sono state rinviate a giudizio, ricorda Le Figaro. Varie le accuse: si passa da violazione del segreto professionale all'appropriazione indebita della finalità del trattamento di dati personali.
Gli imputati rischiano da uno a 10 anni di carcere, e una multa che può arrivare fino a 375'000 euro (circa 413'000 franchi). Ikea invece rischia una multa fino a 3,75 milioni di euro.
Dall'altra parte invece ci sono 74 parti civili, tra cui diversi sindacati.