È la sintesi del pensiero del presidente della direzione di UBS
INTERLAKEN - UBS si aspetta un periodo movimentato dopo l'acquisizione ufficiale di Credit Suisse, prevista la settimana prossima, ma la fusione porterà a una banca più sicura e redditizia, mentre sul fronte del personale si troverà una soluzione: è questo in estrema sintesi il pensiero del presidente della direzione Sergio Ermotti.
«Ci attende una strada impervia nei prossimi mesi», ha affermato il 63enne in un intervento oggi allo Swiss Economic Forum (SEF), evento politico-economico in corso a Interlaken (BE). «Penso che riusciremo a trarre qualcosa di buono da una situazione che non è ideale». Non mancheranno le emozioni, fra dipendenti dei due istituti: «da lunedì saremo nuovi colleghi», ha sottolineato il dirigente, facendo riferimento alla chiusura legale delle transazione.
Ermotti ha detto di percepire le grandi aspettative riposte in lui dal mondo finanziario e dall'intera Svizzera e ha chiarito che la nuova grande banca sarà impostata in linea con il modello di affari dell'attuale UBS. «Deterremo meno rischi in bilancio, l'attività sarà meno intensiva dal punto di vista del capitale e miglioreremo il potenziale di guadagno», ha dichiarato.
Come è noto da tempo l'azienda intende ridurre i rischi nell'investment banking e aumentare la redditività nell'asset management. Allo stesso tempo UBS guadagnerà importanza nella gestione patrimoniale, in particolare in Asia e in America Latina. «Questo è fondamentale per il successo futuro di questa attività», ha chiosato l'ex manager di Merrill Lynch e Unicredit.
La somma di bilancio totale della nuova banca, dopo l'acquisizione di lunedì, sarà di circa 1600 miliardi di dollari (1450 miliardi di franchi: cioè circa il doppio del prodotto interno lordo elvetico): l'intenzione è ridurre l'importo a una cifra compresa tra 1350 e 1400 dollari, ha proseguito Ermotti. La cifra sarebbe di circa il 35% superiore a quella dell'attuale UBS.
Ermotti ha poi aggiunto che gli scenari futuri per Credit Suisse in Svizzera saranno analizzati e approfonditi entro l'estate. Se CS Svizzera sarà completamente integrata in UBS o continuerà a operare come banca indipendente sarà deciso sulla base dei fatti e non delle emozioni, ha ribadito lo specialista che ha iniziato la carriera con un apprendistato alla Cornèr Banca di Lugano. Tra l'altro la questione deve essere decisa anche nell'interesse degli azionisti, ha sottolineato.
«Alla fine saremo una banca con un'offerta completa, in grado di fornire ai clienti tutti i servizi da un'unica fonte». Secondo Ermotti ciò andrà a vantaggio soprattutto delle imprese, piccole o grandi che siano, ad esempio per quanto riguarda le transazioni finanziarie nel settore delle esportazioni.
Ancora una volta il Ceo di UBS non ha voluto fornire dettagli riguardo all'entità dei tagli previsti all'organico. «Ma la ristrutturazione è necessaria e sono convinto che riusciremo a tenere sotto controllo la situazione del personale attraverso la fluttuazione, i prepensionamenti e un piano sociale equilibrato».
Interrogato riguardo ai bonus - spesso molto elevati - versati ai banchieri, Ermotti ha sostenuto che sono necessari. «Avremo bisogno di questi compensi anche in futuro. Ma devono essere legati agli obiettivi e ai risultati della banca nel lungo periodo».
In risposta agli appelli del mondo politico per una regolamentazione bancaria più severa il presidente della direzione di UBS ha messo in guardia da un eccesso di normative. A suo avviso la Svizzera deve puntare su un'economia libera con meno burocrazia. «Ma in alcuni settori c'è sicuramente bisogno di una maggiore regolamentazione».
Un'ora prima dell'intervento di Ermotti al SEF - e a pochi giorni dall'acquisizione ufficiale - è stato reso noto che UBS e la Confederazione hanno firmato definitivamente (oggi, 9 giugno) il contratto con cui lo stato fornisce un'ampia garanzia a copertura di eventuali perdite derivanti dalla realizzazione di attivi di Credit Suisse. La garanzia è di 9 miliardi di franchi e copre le eventuali perdite eccedenti 5 miliardi, importo questo che sarà a carico di UBS.
Come noto UBS ha accettato di rilevare il concorrente pagando un prezzo di 3 miliardi di franchi. Da parte sua lo stato ha messo sul tavolo 259 miliardi, fra aiuti di liquidità della BNS (200 miliardi e altri 50 prima del 19 marzo) e garanzie della Confederazione (i suddetti 9 miliardi). Dalla documentazione inviata a metà maggio alla SEC, l'autorità di vigilanza dei mercati americani, emerge che UBS si aspetta di realizzare nell'acquisizione un utile contabile di 35 miliardi di dollari.