Abbiamo testato la seconda generazione e il verdetto ci sembra chiaro: di grande livello, ma non il miglior in assoluto.
Molto versatile e perfetto per l’ecosistema Apple.
SAVOSA - Due settimane fa abbiamo ricevuto un’HomePod di seconda generazione per testarlo. A cosa serve un HomePod? La risposta non può essere univoca, ma per noi serve prevalentemente per ascoltare musica e per dare più sostanza all’audio della nostra TV. Per altri, invece, potrebbe servire anche e soprattutto come punto d’accesso per la domotica domestica.
Il nuovo HomePod arriva a poco meno di due anni dalla decisione di Apple di porre fine alla prima versione del proprio altoparlante intelligente. Questa nuova versione stupisce proprio per la sua forte, fortissima, somiglianza con il primo modello. Rispetto al modello presentato nel 2018 le dimensioni sono praticamente identiche (fa eccezione la superficie tattile retroilluminata da bordo a bordo e non solo centralmente), ma differisce notevolmente al suo interno.
In questa nuova versione Apple ha inserito il processore S7, costruito per la settima generazione di AppleWatch, che sostituisce l’ormai obsoleto A8 (presente negli iPhone 6). Il nuovo chip fa un lavoro notevole sia nella riproduzione audio come pure nel supportare Siri e l’integrazione dei vari dispositivi di domotica. In questo nuovo modello è stato inserito anche il chip U1, che fa vibrare leggermente il proprio telefono quando ci si avvicina e permette così di trasferire rapidamente la musica dall’iPhone all’HomePod.
I vari effetti che integrano anche l’isola dinamica dei nuovi iPhone 14 sono molto piacevoli e ben riusciti, ma evidentemente rimane l’opzione più classica per trasferire la musica, quella di selezionare l’HomePod come uscita audio direttamente dallo schermo del proprio dispositivo o dall’applicazione che si sta utilizzando.
Musica - Se anche a voi l’HomePod interessa prevalentemente come altoparlante, questa seconda generazione difficilmente vi deluderà. Il lavoro d'ingegneria, anche audio, è davvero di alta fattura. L’architettura interna è molto simile alla prima generazione e, sebbene il numero dei tweeter è diminuito da sette a cinque, e anche il numero dei microfoni per calibrare il suono si è ridotto, la qualità complessiva non è cambiata, anzi, è migliorata.
Il processore S7 elabora costantemente i dati raccolti dai quattro microfoni, il cui compito è anche quello di sentire i comandi rivolti a Siri, per ottimizzare il lavoro del woofer. Il risultato è davvero soddisfacente, i bassi suonano egregiamente, la loro presenza è profonda ed evidente già a volumi non molto alti e rimane di qualità, senza distorsioni e senza prevaricare le altre frequenze, anche quando il volume sale. La potenza non è quella di sistemi più ingombranti e professionali, ma più che adeguata per un salotto, anche di grandi dimensioni.
Tra i compiti del chip S7 vi è quello di “sentire” la propria posizione nella stanza. Apple chiama Room Sensing, la capacità di analizzare le onde sonore riflesse dal mobilio e dalla stanza nel quale si trova per decifrare la propria posizione e modificare le onde sonore in uscita allo scopo di garantire l’effetto Spatial Audio. L’apice lo si raggiunge con due HomePod2 accoppiati tra loro in modalità stereo. In questo caso l’AppleTV 4K di seconda generazione riesce e simulare un impianto a più canali sfruttando i cinque tweeter presenti nell’HomePod.
In tutta onestà vi dobbiamo confessare che non avendo (per ora) un secondo HomePod2 questa modalità non l’abbiamo potuta ancora provare. Non si offendano i puristi, ma al momento abbiamo potuto abbinare unicamente l’HomePod2 con l’HomePod mini e, anche se non perfetto, il risultato è comunque apprezzabile.
Al momento l’HomePod ancora non integra la concorrenza in fatto di streaming audio, ma se siete utenti Spotify potrete comunque sfruttare AirPlay2, selezionando l’HomePod dall’interno dell’app, per ascoltare la vostra musica.
Domotica - Il processore S7 surclassa in potenza il predecessore A8 e supera agilmente anche l’S5 presente nell’HomePod mini. Aumentando la reattività del sistema, Apple è riuscita a migliorare anche la gestione dei dispositivi intelligenti distribuiti in casa.
In particolar modo l’HomePod serve anche da Hub e sfrutta sia il nuovo standard software Matter, che permette la gestione e l’utilizzo dei dispositivi intelligenti connessi anche nel caso di un crollo della rete internet, sia il protocollo aperto Thread, basato sull’hardware. In sostanza l’HomePod diventerà parte di una rete creata tra dispositivi che dialogando tra di loro ampliano la rete stessa, permettendole di trasmettere al suo interno, da dispositivo a dispositivo, i vari comandi.
Con gli ultimi aggiornamenti software sono stati sbloccati i sensori della temperatura e dell’umidità presenti già nell’HomePod mini e inseriti anche nell’HomePod2. Alle domande sulla temperatura o l’umidità in casa Siri risponde rapidamente. Per quanto riguarda la precisione dei dati abbiamo qualche sospetto, ma nessuna certezza.
Rispetto ai valori misurati da un Dyson Pure Hot+Cool posto a due metri di distanza i valori dell’umidità misurati dall’HomePod2 sono superiori quasi sempre del 3-5%, mentre le temperature rimangono entro il grado centigrado.
Siri si conferma capace di tempi di risposta imbarazzanti quando la domanda è formulata in modo un po’ differente da quanto lei si attende, ma è giusto sottolineare che la frequenza degli errori è drasticamente ridotta. In particolare ci ha piacevolmente sorpresi per la sua capacità di sentire le richieste formulate dalla stanza accanto e con la musica accesa. In tal caso ci è bastato alzare solo leggermente la voce rispetto al tono abituale e la risposta è stata sorprendentemente chiara e rapida.
Perché sì - L’HomePod2 si integra perfettamente in un ecosistema Apple, e sebbene la qualità audio non sia la migliore sul mercato (in parte a causa delle dimensioni compatte che limitano le componenti hardware) il livello di ingegneria con il quale è stato realizzato lo rende un prodotto di una versatilità, questa sì, di livello assoluto.
Ovunque lo mettiate lui si adatta istantaneamente fornendovi un flusso sonoro diretto e una qualità audio di alto livello. Se le vostre esigenze in fatto di qualità sono molto superiori o se non siete immersi nello stesso ecosistema è probabile che anche questa seconda generazione non faccia per voi.
Un commento sul prezzo? Beh, sono rari i casi in cui ci capita di scrivere che il prezzo di un prodotto Apple non è alto se non addirittura, troppo alto, questa ci sembra sia una di quelle. I 299.- CHF non sono pochi, ma ci sembra che li valga tutti.