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Purtroppo ci stiamo abituando. Tutto quanto è redditizio è consegnato al privato. Vent’anni fa, il consigliere federale Moritz Leuenberger privatizzò le PTT (poste, le ferrovie, le telecomunicazioni) e tentò di privatizzare totalmente il settore dell’energia elettrica. La Confederazione, salvo per le telecomunicazioni, conservò la totalità del capitale, ma ampi settori sono stati ceduti ai privati (la distribuzione dei pacchi per quanto riguarda la Posta, parte del settore merci delle ferrovie). Cambiò inoltre l’obiettivo delle aziende. Non è più prioritario garantire la qualità del servizio all’utenza, bensì realizzare il massimo delle economie. Così, per esempio, chiusero migliaia di uffici postali. Si ridusse il personale e si risparmiò sui lavori di manutenzione delle ferrovie. Ci furono ritardi, affollamenti e incidenti, anche gravi.
La qualità del servizio pubblico della Confederazione è rimasta solo un ricordo, malgrado le proteste dei cittadini. Nessuno si illudeva che i recenti cambiamenti ai vertici della politica federale avrebbero cambiato qualcosa. Certo, la comunicazione è cambiata. La Confederazione è molto più attenta a spiegare quanto sta facendo per convincere che le decisioni prese sarebbero nell’interesse di tutti. In realtà però non è cambiato nulla. Il socialista Leuenberger avviò lo smantellamento del servizio pubblico federale. La democristiana Doris Leuthard continuò la sua opera. È sua in particolare l’ordinanza che prevede la riduzione del numero degli uffici postali in Svizzera a 127, di cui 5 in Ticino. Ora, la socialista Simonetta Sommaruga vuole cedere al privato i pochi uffici postali esistenti. Ma non solo. Ha proposto la privatizzazione parziale di Postfinance, un colosso del traffico dei pagamenti, con un patrimonio di 120 miliardi di franchi. Ciò significa fare un regalo miliardario alle banche e ai gruppi finanziari, e perdere miliardi di entrate per la Confederazione.
Dal profilo del servizio pubblico e delle finanze della Confederazione si tratta di una scelta incomprensibile.