Nicola Camponovo, vicepresidente Giovani Liberali Radicali Ticinesi
LUGANO - I giovani hanno bisogno di un futuro: di opportunità e non di incertezze. Il benessere per il quale la Svizzera è tanto ammirata è strettamente collegato al nostro rapporto con il mondo e la vicina Europa. La ricchezza creata negli anni passati non deve essere data per scontata. Gli accordi bilaterali con l’Unione Europea sono fondamentali per la prosperità futura nonché per lo sviluppo personale e professionale di molti giovani svizzeri e non.
Con la votazione del 27 settembre contro la libera circolazione delle persone si mette in pericolo per l’ennesima volta gli accordi bilaterali e di conseguenza il sogno di stabilità finanziaria di molti giovani nonché importanti opportunità di lavoro.
Teniamo a mente che questi hanno già dovuto passare lo tsunami della crisi finanziaria 2008, il successivo periodo di recessione e forte instabilità, mentre ora sono confrontati con le conseguenze economiche e sociali del coronavirus.
La Svizzera ha registrato un crollo storico del PIL nel secondo quadrimestre 2020 ed al contempo anche l’economia mondiale è slittata in una pesante flessione. Mettere anche solo minimamente in pericolo gli accordi significherebbe mettere a repentaglio anche gli scambi con l’UE e questi sono particolarmente rilevanti per il nostro Paese.
Basti pensare che la metà delle nostre esportazioni vengono effettuate con l’UE e che queste merci e servizi hanno un valore di miliardi di franchi al giorno. Per la Svizzera, le vicine regioni Lombardia e Baden Württemberg con la Baviera sono rispettivamente più importanti di India e Cina. La Svizzera esporta verso la Germania un volume tre volte maggiore rispetto a quello verso il gigante asiatico e importa di più dall’Italia che da Cina e Giappone assieme.
Ma non vi sono solo gli aspetti finanziari bensì anche quelli culturali e sociali. Le relazioni Svizzera-UE comprendono progetti come scambi culturali e universitari. Grazie agli accordi bilaterali, infatti, migliaia di studenti trascorrono ogni anno periodi all’estero e molti giovani scelgono praticantati in altri Paesi dell’UE. Queste esperienze non costituiscono soltanto un arricchimento a livello curriculare, ma anche della forma mentis utile per il futuro.
Quello tra Svizzera ed Unione Europea è un rapporto di amore-odio, di forte discussione, lotta ma anche collaborazione. I due attori si trovano più volte faccia a faccia e al contempo sono vicini in senso storico, geografico, culturale ed economico. Una delicata partita a scacchi le cui regole del gioco si tramutano per molti in lavoro, cultura e libertà.