Le Giovani Verdi del Ticino
La popolazione svizzera ha lanciato domenica un chiaro segnale sulle priorità che vanno affrontate con investimenti pubblici. In una votazione inaspettatamente sul filo di lana il 50% dei votanti ha respinto l’investimento di 6 miliardi per aerei da combattimento inquinanti e potenzialmente inutili. Questa volontà popolare è da tenere in grande considerazione anche nelle scelte future.
Non solo sondaggi. Anche nei fatti le votanti e i votanti svizzeri hanno espresso una chiara e decisa volontà di reindirizzare gli investimenti su questioni più urgenti e minacce concrete. Come indicato da numerosi rapporti dello stesso Consiglio Federale e dell’Ufficio federale per la protezione della popolazione, le principali sfide alle quali la popolazione sarà confrontata nei prossimi anni non vengono dal cielo e non sono armate. Ma riguardano l’approvvigionamento energetico, le disastrose conseguenze di pandemie come quella che stiamo vivendo e infine i rischi legati agli effetti dei cambiamenti climatici in corso. E il 50% della popolazione ha capito che contro queste minacce nuovi aerei da combattimento di lusso non servono a nulla.
È imperativo che questo chiaro segnale politico venga recepito dalla classe politica federale (e non), che ha il compito di ripensare gli investimenti futuri secondo le reali necessità della società e coerentemente a principi chiave quali il rispetto dell’ambiente e una risoluzione pacifica dei conflitti degna di uno stato neutrale.
Il prossimo 29 novembre avremo un’altra preziosa occasione per confermare la volontà di riorientare gli investimenti verso ambiti sostenibili e prioritari. Voteremo l’iniziatiava per il divieto di finanziare i commerci bellici. Le giovani verdi auspicano che i partiti borghesi non si facciano forti dello 0.1 % della popolazione che ha permesso il credito quadro per gli aerei da combattimento, ma capiscano che è ora di cambiare rotta verso l’investimento di denaro in settori sostenibili e in favore di un futuro per tutt*.