Andrea Nava, Segretario cantonale PLR
Le promesse fatte da tutte le Autorità – federali e cantonali – sul nostro formidabile piano si sono rivelate se non errate, perlomeno imprecise.
Già perché mentre altri Paesi stavano negoziando delle forniture a breve termine, in Svizzera si tenevano conferenze stampa per elogiare un piano di vaccinazione in sei fasi. Spendendo dieci dollari in più – per dose e per cittadino – Israele si è assicurata di aver la precedenza. Per una somma di denaro molto ragionevole, visto il costo del lockdown, avremmo forse potuto fare la stessa cosa.
In secondo luogo sembra che, il 22 dicembre quando Swissmedic ha annunciato l'autorizzazione del primo vaccino, i governi cantonali siano stati presi alla sprovvista. Naturalmente non possiamo che rammaricarci della mancanza di coordinamento tra l'autorità di rilascio delle licenze e gli organi cantonali. Una telefonata qualche giorno prima per prepararsi sarebbe stata sufficiente. Ma non importa.
Parliamo del (vero) vaccino. Quello di cui ci hanno parlato nelle conferenze stampa. Il 22 dicembre avevamo a disposizione 107’000 dosi. Non è molto, ma le abbiamo almeno usate? È impossibile dirlo con certezza: l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) non ha ritenuto necessario comunicare questo tipo d'informazione. Tuttavia, tutto fa pensare che in due settimane non molti vaccini siano stati prelevati dai super-congelatori dell'esercito.
Le argomentazioni per giustificare questa (dis)organizzazione sono al limite del paradosso, e lo dico con tutto il rispetto per chi si sta adoperando in questa delicata fase. Sembra sia molto complicato ottenere il consenso dei residenti delle case anziani o delle loro famiglie. Mi dico: se solo avessimo saputo prima di dicembre che una pandemia stava colpendo il mondo e che si stava preparando un vaccino, avremmo forse potuto anticipare questo passo. Peccato non averlo fatto. Attendiamo la risposta del Consiglio di Stato all’interpellanza urgente del PLR (n. 2102).
Ma dove abbiamo delle scuse, altri hanno agito: Israele ha già vaccinato più del 10% della sua popolazione e in dieci giorni, tutti i suoi cittadini over 60 avranno ricevuto la prima dose. In Gran Bretagna, oltre un milione di persone sono state vaccinate. Qui invece terremo ulteriori dibattiti etico-politici, preparando un ulteriore lockdown che ancora una volta sarà a carico della nostra economia e delle future generazioni.
Dopo il mal funzionamento dell’App Swisscovid, dopo il tracciamento che fa acqua da tutte le parti, dopo l'inesistente coordinamento delle chiusure della seconda ondata, e sapendo che il vaccino è la nostra via d'uscita, questo ritardo è se possibile ancora più amaro.