Giuseppe Sergi
Tra le minchiate più grosse e diffuse che abbiamo sentito nelle ultime settimane in merito all’annuncio dell’MPS di voler lanciare il referendum contro il Piano Sportivo e degli Eventi (PSE) vi è l’accusa di cavalcare questo tema per pure ragioni elettorali, visto che siamo oramai in piena campagna per le comunali e questo è uno dei temi caldi.
L’accusa ci viene rivolta da “destra” e da “sinistra”. Naturalmente tutti costoro non si rendono conto che, così affermando, mostrano tutti la miseria profonda della loro visione politica, nemmeno capace di capire quali siano le dinamiche e i temi fondamentali. E mostrano anche quanto poco valga la loro democrazia liberale, incapace di fare in modo che la gente voti sapendo quali sono le posizioni dei partiti sui temi di fondo, quelli che magari saranno al centro della legislatura.
In effetti se le elezioni si fossero tenute normalmente lo scorso anno, tutta questa bella gente sarebbe stata eletta senza spiegare agli elettori e alle elettrici quale fosse la propria posizione su una questione come il PSE, pertanto tema fondamentale (per dimensioni urbanistiche, sociali e finanziarie) della legislatura. Non avrebbero detto a coloro ai quali e alle quali chiedevano “fiducia” come si sarebbero mossi su questo dossier fondamentale.
Ancora più colpevoli i rappresentanti della cosiddetta stampa indipendente, quelli che, non fosse che per dovere professionale, quello che scrivono nei loro documenti elettorali i partiti che si presentano alle elezioni, dovrebbero leggerli. Se lo avessero fatto, avrebbero scoperto che gli unici a pronunciarsi in modo chiaro sul PSE eravamo stati proprio noi, già un anno fa e proprio in occasione delle elezioni comunali (poi rinviate) alle quali partecipavamo.
Nel volantone elettorale (4 pagine) distribuito a migliaia di esemplari in tutta la città scrivevamo, nel capitolo Ambiente e territorio, contro la speculazione: “Ora, ad esempio, all’orizzonte si manifestano nuovi imponenti progetti come quello del nuovo quartiere di Cornaredo, ufficialmente votato a fornire infrastrutture sportive alle società della città; in realtà un vero e proprio progetto di speculazione immobiliare. Basterebbe pensare all’entità milionaria del progetto per capire che con lo sport tutto questo c’entra veramente poco”. Terminavamo questa analisi con una dichiarazione di impegno politico nella quale non si può che vedere il referendum che, puntualmente e coerentemente, abbiamo annunciato: “Per questo, tra le altre cose, ci batteremo contro progetti faraonici e speculativi come il futuro centro sportivo”.
Come diceva Umberto Eco, non leggono…