Nicolò Ghielmini, membro GUDC Ticino
Nei dibattiti su un divieto nazionale del velo negli spazi pubblici, si sostiene spesso che questo danneggerebbe il turismo svizzero. I contrari sostengono che gli albergatori dipendano dai turisti arabi, le cui donne vengono talvolta costrette a velarsi il viso.
Prima di tutto voglio sottolineare che i pernottamenti degli ospiti arabi rappresentavano solamente il 2.3% dei pernottamenti in Svizzera nel 2019, tra cui ci la maggioranza delle donne non è portatrice del velo. Perciò è sbagliato parlare di un pericolo esistenziale per il settore turistico.
Inoltre, l’esperienza ticinese con il divieto di dissimulazione del volto suggerisce che i pernottamenti da parte dei turisti arabi, non sono destinati a decrescere numericamente a causa di un divieto di dissimulazione. Infatti, dal 2014 (nel settembre 2013 fu accettato il divieto alle urne ticinesi) fino al 2016 i pernottamenti sono addirittura aumentati e poi restati stabili fino al 2019, anno in cui sono crollati in tutta la Svizzera. Anche in altri paesi europei, in cui si ha vietato il Burka in luoghi pubblici, non si ha osservato una diminuzione dei turisti provenienti dal Medio Oriente. Una diminuzione dei pernottamenti in Svizzera è quindi uno scenario poco probabile.
A questo punto vi pongo una domanda: chi di voi trascorre le proprie vacanze in un paese poco sicuro? Penso pochi. Dato che gli Hooligans, che vengono anche toccati dall’iniziativa, e l’islam radicale non aumentano di certo la sicurezza nel nostro paese, un divieto potrebbe addirittura aver effetti positivi a lungo termine sul settore turistico svizzero.
Voglio terminare ricordandovi di votare entro il 7 marzo 2021, rassicurando gli albergatori e voi cittadini che un divieto di dissimulazione del volto non causerà danni al settore turistico.