Michela Pedersini, presidente VPOD Ticino
C’è viva preoccupazione per l’involuzione del tessuto economico ticinese, caratterizzato dalla presenza persistente di salari bassi e da un pericoloso calo del salario mediano. In Ticino crescono la precarietà dell’occupazione, la povertà, le disparità nella distribuzione della ricchezza, i ritardi nel raggiungimento della parità di genere. Non a caso aumenta il numero di giovani che emigrano oltralpe per trovare condizioni retributive di livello svizzero.
In questa ottica un obiettivo importante per noi è il raggiungimento di un salario minimo di franchi 4'000 al mese sia nel settore pubblico che in quello sussidiato, come già chiesto dall’iniziativa popolare del 2012 dall’Unione sindacale svizzera: ma chiediamo anche un potenziamento degli assegni per i figli e di formazione per migliorare la condizione economica delle famiglie e rilanciare un livello adeguato di natalità in Ticino.
Nel settore sociosanitario ci apprestiamo a indire il prossimo 29 maggio una manifestazione cantonale a supporto dei miglioramenti delle condizioni di lavoro del personale del settore sociosanitario, condizioni di lavoro che vengono negoziati dal nostro sindacato nei vari contratti collettivi (purtroppo non esiste un unico contratto collettivo per la sanità).
Sono pure molto preoccupata per il futuro delle rendite del personale “giovane” affiliato alla cassa pensioni cantonale (IPCT), ossia del personale che si trova in primato dei contributi, le cui rendite sono minacciate da una riduzione del 40% rispetto alle rendite in primato delle prestazioni, se il Gran Consiglio non interverrà al più presto.
Un altro tema che mi sta molto a cuore è la creazione in Ticino di un Ufficio per la parità di genere e di altre misure concrete per raggiungere anche nel nostro Cantone quel minimo di parità, che esiste in un Paese evoluto.
Ci sono anche altri obiettivi sindacali, che intendiamo portare avanti in questo anno di uscita dalla pandemia, e che possono esser visionati sul nostro sito. Nelle prossime settimane e mesi occorrerà dar vita a un risveglio della mobilitazione e della propositività sindacali, che sono fondamentali per raggiungere un buon equilibrio economico e sociale nel nostro Cantone.
Concludo ricordando il nostro pieno appoggio alle manifestazioni contro il surriscaldamento climatico: sono convinta che gli enti pubblici e gli enti sussidiati debbano agire con forza e determinazione a sostegno di una rapida transizione ecologica dell’economia e della società. Inoltre per affrontare in modo coerente e deciso il problema sul piano svizzero, invito a sostenere con un sì la legge sul CO2 in votazione il prossimo 13 giugno. Il tempo per agire è poco e rimandare gli interventi sarebbe irresponsabile.