Maruska Ortelli, gran consigliera, Lega dei Ticinesi
I frontalieri in Ticino sono 343'000. In 25 anni le persone della vicina penisola che varcano il confine sono raddoppiate. In particolare, negli ultimi 25 anni, l’evoluzione del numero di frontalieri è dipesa da svariati fattori, tra cui l’introduzione della libera circolazione delle persone e la crescita economica. All’inizio del periodo di osservazione (1996), il numero di frontalieri era in realtà leggermente diminuito, ma a partire dal 1998, ogni anno sempre più persone hanno fatto i pendolari verso la Svizzera. Dal 2004, anno che segna l’inizio della liberalizzazione del mercato del lavoro svizzero per le persone con un permesso per frontalieri, è stato osservato un incremento ancora maggiore: tra il 1996 e la fine del 2004, in Svizzera ha lavorato in media il 2,7% di persone in più ogni anno. Nel periodo che va dalla fine del 2004 alla fine del 2020, questa crescita ha poi registrato una media del 4,4% all’anno.
Nel complesso, tra il 1996 e il 2020 il numero di frontalieri è aumentato del 143%. È chiaro a tutti che queste tendenza non può più essere accettata. La disoccupazione in Ticino è a livelli preoccupanti e i giovani (e meno giovani) che risiedono in Ticino sono sempre più esasperati. C’è chi lascia il nostro cantone per andare in Svizzera interna (i più fortunati), ma anche chi deve fare i conti con l’assistenza, magari dopo avere lavorato una vita nella stessa azienda per poi essere soppiantato da un frontaliere. È chiaro che tutti gli attori in gioco devono darsi una mossa: dai politici, agli imprenditori che dovrebbero far valere la regola de “prima i nostri”. Questa è una vera e propria invasione al nostro mercato del lavoro.