ROLF ENDRISS, BREGANZONA - Se ne parla da tanto tempo, da troppo per alcuni e non abbastanza per altri, fatto sta che presto sapremo quale sarà il destino di questo tanto discusso PSE. Un progetto che per dirla tutta null’altro fa che dare seguito al concetto di pianificazione intercomunale (NQC) deciso da più di un decennio e per il quale non vi era alcuna opposizione. Qualcuno però oggi non è convinto e ha raccolto le firme per bocciare questo progetto, c’è chi per questo storce il naso, in realtà trovo sia una occasione importante per coinvolgere i cittadini in una scelta che sarà determinante per il futuro di Lugano e uscire da una situazione che rischierebbe di portare la città a uno stallo, per usare un termine familiare agli amanti della scacchiera.
Parto dal presupposto che non esistono progetti perfetti perché evidentemente le esigenze e le sensibilità divergono tra le persone, fondamentale però è che un progetto porti un valore aggiunto collettivo. Penso sia noto a tutti come Lugano non eccella particolarmente in ambito d'infrastrutture, in particolare quelle sportive per le quali negli ultimi decenni è stato fatto unicamente lo stretto indispensabile. Il risultato è che oggi manca la base per permettere alle giovani leve di formarsi adeguatamente e addirittura non siamo nemmeno attrezzati per le competizioni professionistiche. Il confronto a livello nazionale è impietoso ed è solo grazie all’indulgenza nazionale se oggi abbiamo ancora delle squadre attive ai massimi livelli.
Se da un lato tutti siamo d’accordo che l’attuale lacuna vada colmata, dall’altro non tutti condividono la proposta sul tavolo. Spesso il cambiamento porta a timori vedendo tendenzialmente il bicchiere mezzo vuoto anziché considerare le opportunità, che nel caso specifico sono ad ampio spettro e molto più di quanto si possa immaginare. È comunque comprensibile che ci sia una certa diffidenza di fronte a un complesso progetto pubblico-privato, nonostante sia una via ormai consolidata come testimoniano le molte strutture realizzate in tutta la Svizzera.
Purtroppo però quando c’è di mezzo il privato vi è la malsana abitudine di dubitare di principio sulle oneste intenzioni nei confronti del bene pubblico insinuando teorie su speculazioni o quant’altro. Nel caso specifico è veramente difficile da capire come lo si possa pensare considerando i criteri realizzativi sostenibili richiesti per la parte immobiliare che non prevede insediamenti di lusso bensì appartamenti standard e a pigione moderata. Un progetto, va ricordato, che oltre a valorizzare il territorio con un armonioso equilibrio tra mobilità, verde e svago, supporterà l’economia locale senza togliere il fiato alle finanze pubbliche già fortemente indebitate, con una formula interessante anche per il privato in considerazione degli attuali tassi negativi sui capitali, una situazione di win-win che permette una realizzazione altrimenti non sostenibile dal solo pubblico.
Riguardo l’acclamato impoverimento del centro cittadino, è invece bene sottolineare che a beneficiare di questo intervento non sarà solo la zona di Cornaredo, infatti la riqualifica della porta nord di Lugano sarà di sostegno allo sviluppo qualitativo di tutta l’attuale zona suburbana e a una maggiore qualità di vita del centro che necessita fortemente di una nuova identità. I servizi cittadini potranno usufruire in tempi brevi di spazi amministrativi non ancora adeguati e dimensionati in seguito alle avvenute aggregazioni, nel mentre gli spazi liberati potranno dare vita a nuovi insediamenti residenziali anche in nuove forme ad esempio di smart-home come avviene un po’ in tutte le città europee.
La ragione per la quale questo progetto si rende particolarmente attrattivo è che forzerà ad affrontare una situazione statica che si trascina da molto tempo e che inevitabilmente porterà la città a innovarsi senza toglierle però i mezzi per la sua progettualità. Il beneficio finale sarà collettivo, nell’immediato per l’economia locale e nel medio termine per gli investitori con il rinnovo del parco immobiliare, dando nel contempo delle prospettive concrete al mondo dello sport e ai nostri giovani atleti.