Marco Battaglia, Verdi Liberali
Dopo un weekend passato nel Mendrisiotto, ieri sera mi sono ritrovato tra gli automobilisti che hanno affrontato l’odissea della chiusura inaspettata della galleria autostradale del San Gottardo. Purtroppo la chiusura è avvenuta mentre eravamo già in prossimità del Gottardo. Con il senno di poi, il viaggio alternativo via San Bernardino sarebbe stato la scelta migliore.
Il treno resta una delle opzioni preferite, ma a volte il viaggio in auto (nel mio caso elettrica) si rivela necessario. La chiusura di domenica pomeriggio, problemi in altri trafori alpini e l'interruzione di AlpTransit per il traffico passeggeri, ha generato un ingorgo epico. Un'interminabile fila di auto, camion e bus si snodava da Ambrì fino ad Hospental. Un paesaggio inedito. Numerosissimi i turisti europei in viaggio di rientro dalle vacanze (e molto probabilmente non da un weekend in Ticino).
Per percorrere 25 km di strada - prima in autostrada e poi sulla strada cantonale da Airolo a Hospental lungo il passo - ci sono volute 5 ore. Un ritardo da record, soprattutto pensando che ci trovavamo in una domenica di settembre, lontana dai picchi estivi di luglio e agosto. In totale oltre 7 ore per spostarsi da Mendrisio-Lucerna.
La situazione di ieri è stata eccezionale, ma potrebbe ripetersi anche quando il Passo del San Gottardo è inaccessibile. L’eccessivo traffico e le colonne chilometriche isolano il Ticino e fanno passare la voglia di rientrare durante il weekend o di trascorrere un weekend in Ticino come turista.
Se l’introduzione di un pedaggio riuscisse a ridurre una parte del traffico in transito tra il nord e il sud dell’Europa, sarei ben disposto a pagare. Non solo per poter rientrare di domenica in un tempo ragionevole, ma anche per contribuire (e far contribuire chi transita) al finanziamento dell’intera infrastruttura stradale e ferroviaria che permette i collegamenti veloci tra i due versanti del Gottardo.