Consegnate le firme per il referendum contro la vendita dell'ex casa comunale di Lugaggia.
LUGAGGIA - Per evitare la vendita dello stabile servivano 735 firme, ovvero il 15% degli iscritti nel catalogo elettorale di Capriasca. Ne sono state raccolte 892. Missione compiuta per il Comitato referendario. Con la piacevole soddisfazione che una scelta così delicata come l’alienazione di uno stabile comunale venga affidata a una votazione popolare. La storia affonda le sue radici in una politica farraginosa e poco lungimirante nella gestione e valorizzazione del parco immobiliare pubblico. L’ultimo capitolo, in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale del 2023, ha visto il Legislativo votare la proposta municipale di alienazione della ex Casa comunale di Lugaggia. La manovra è stata osteggiata da tutto il fronte progressista (PS-Verdi-PAC-PC e indipendenti) e da una qualificata rappresentanza del Centro. Ma non è bastato. Da qui la volontà di lanciare un referendum, con la speranza che l’appello fosse raccolto anche da cittadini di altri schieramenti politici. Così è stato. Il messaggio è passato. Tutt’ora in ottimo stato (fino a pochi mesi fa era sede della Polizia Torre di Redde), la casa si presterebbe per ospitare da subito attività diversificate, sia lucrative, sia sociali. Già lo scorso autunno aveva bussato alla porta del Municipio un gruppo di persone interessate ad insediarvi un asilo nido, operazione che andrebbe ad affiancare l’unica struttura analoga presente sul vasto territorio di Capriasca. I promotori del referendum, durante la raccolta delle firme, hanno ventilato numerose altre possibili destinazioni. Verranno ovviamente riprese durante la campagna che porterà al voto popolare, verosimilmente nel corso del mese di giugno. Il primo passo è stato compiuto con successo. Il percorso è ancora lungo, ma idee e buone gambe non mancano.