Ci siamo lasciati alle spalle un weekend ricco di cadute: «Bormio è una lotta per la sopravvivenza»
BORMIO - Non soltanto gare e spettacolo. Purtroppo, il weekend sciistico di Bormio ci ha regalato anche e soprattutto cadute molto gravi. Tutto è iniziato venerdì durante l'allenamento, quando la star francese Cyprien Sarrazin ha purtroppo dato il via a una lunga serie di capitomboli. Anche lo svizzero Josua Mettler è caduto nello stesso punto del francese. L'italiano Pietro Zazzi è, invece, caduto in un altro punto.
Tutti hanno riportato lesioni molto gravi. Cyprien Sarrazin ha subito un'emorragia cerebrale, Pietro Zazzi la frattura di tibia e perone e Josua Mettler la rottura del legamento crociato anteriore, del legamento collaterale mediale e del menisco mediale. Senza dimenticare il "tonfo" dell'elvetico Gino Caviezel nel super G di ieri, nel quale ha riportato un infortunio a spalla e ginocchio.
Quanto è pericolosa la pista di Bormio?
La Stelvio è considerata uno dei percorsi più difficili della Coppa del Mondo. Oltre alla lunghezza estenuante di 3,44 chilometri, anche le condizioni di visibilità e di pendenza, che cambiano continuamente, sono estremamente impegnative. I corridori viaggiano a velocità mozzafiato. Possono raggiungere una velocità di 140 km/h.
L'ex stella dello sci Marco Büchel a 20 Minuten: «Bormio è una lotta per la sopravvivenza».
«Dico sempre che è diventato uno sport estremo, il materiale sta superando il corpo umano - ha dichiarato il 53enne del Liechtenstein - Il margine per commettere errori si è decisamente ridotto. I piccoli errori ora hanno conseguenze gravi. Prima non era così. Le gare di sci sono diventate troppo aggressive e pericolose. Ho parlato con Hannes Trinkl (il direttore di gara per le prove veloci di Coppa del Mondo, ndr), il quale mi ha detto che dorme molto male perché ogni infortunio lo colpisce molto».
Quanta colpa hanno gli sciatori?
«Anni fa, l'Associazione dei medici sportivi svizzeri ha stabilito che il 99,9% degli incidenti sia dovuto a un errore umano», ha continuato Büchel.
Tuttavia, i corridori non possono essere ritenuti responsabili dei gravi infortuni, ancora Büchel: «Se Sarrazin fosse caduto in un punto diverso, non sarebbe stato catapultato fuori in quel modo e le sue ferite sarebbero state molto meno gravi».
Cosa può rendere meno pericolose le gare di sci?
Inevitabile soffermarsi sull'airbag... «Molti sciatori si sono resi conto della sua utilità, altri no. Ma tutti sono responsabili e dovrebbero poter decidere da soli se indossarlo o meno. Naturalmente, l'airbag non aiuta in caso di lacerazione del legamento crociato o di lesione cerebrale traumatica, ma contribuisce a limitare le lesioni. Tuttavia, mi interessa sapere perché una persona cade. Voglio che si parta da lì. Il modo in cui cadono e ciò che accade è la conseguenza del perché».
Cosa pensano le star dello sci?
Sono arrabbiate. Venerdì Marco Odermatt ha descritto le gare a Eurosport come una «lotta per la sopravvivenza». Sulla stessa lunghezza d'onda il francese Nils Allegre: «Sono successe troppe cose questa settimana. È una mancanza di rispetto».
E, di tutto questo, cosa dice la federazione mondiale?
Il direttore di gara della FIS Markus Waldner respinge la maggior parte delle critiche delle star dello sci alpino. Le ritiene «non del tutto giustificate». Secondo lui, si parla di queste cose solo «quando c'è un incidente». È uno sport nel quale il pericolo è alto: «Non c'è spazio di manovra. Quando si arriva al limite, succedono cose come venerdì (il riferimento è a Sarrazin, ndr)».