Gli svizzeri dovrebbero continuare a beneficiare di tassi di cambio vantaggiosi per i viaggi e gli acquisti all'estero.
BERNA - Il franco svizzero, porto sicuro per eccellenza fra le valute mondiali, dovrebbe continuare a essere ricercato anche l'anno prossimo a fronte dell'incertezza politica. Gli svizzeri dovrebbero quindi continuare a beneficiare di tassi di cambio vantaggiosi per i viaggi e gli acquisti all'estero.
Gli esperti si aspettano stabilità in relazione al corso della valuta elvetica, cosa che può stupire visto che nel 2024 vi sono stati movimenti anche importanti, rispetto a dollaro ed euro: stamani i rispettivi corsi sono di 0,90 franchi (dollaro) e 0,94 franchi (euro). Complice il periodo di festività oggi la giornata si presenta peraltro tranquilla, con bassi livelli di attività sul mercato. Ma gli operatori si preparano ai prossimi mesi.
Nel 2025, la valuta svizzera dovrebbe essere richiesta anche per le sue qualità di bene rifugio, spiega Thomas Heller, capo-economista di Frankfurter Bankgesellschaft. Nei confronti dell'euro vi potrebbe però essere un indebolimento nel caso di una tregua nella guerra in Ucraina o di una situazione politica più chiara in Francia e Germania.
La Banca cantonale di Argovia ritiene che la debolezza economica dell'Eurozona, in particolare delle potenze economiche di Germania e Francia, dovrebbe indurre la Banca centrale europea (Bce) ad adottare una politica monetaria più accomodante. «Dal punto di vista dei rendimenti, ciò è negativo per l'euro», sottolineano gli specialisti.
Tobias Knoblich, esperto di valute presso Raiffeisen Svizzera, ipotizza un corso di 0,92 franchi per l'euro su un orizzonte di 12 mesi. Questo tasso di cambio favorevole per i consumatori elvetici dovrebbe continuare a incoraggiare il turismo dello shopping, malgrado l'abbassamento da 300 a 150 franchi della franchigia per le dichiarazioni in dogana. I prezzi più bassi di beni e servizi nei paesi vicini continueranno a incoraggiare gli svizzeri a fare acquisti e vacanze all'estero.
La situazione è un po' diversa per quanto riguarda il dollaro. I piani del futuro presidente degli Stati Uniti Donald Trump - in particolare l'imposizione di dazi ai partner commerciali e l'espulsione di immigrati clandestini - avranno probabilmente un effetto inflazionistico. Per questo motivo è improbabile che la Federal Reserve abbassi troppo i suoi tassi di riferimento: questo sostiene il dollaro e gli investimenti in questa valuta rimangono più redditizi, argomenta Knoblich. A ciò si aggiunge il fatto che l'economia statunitense è ancora relativamente solida, rispetto a quella europea, che sta iniziando a rallentare, aggiunge Heller.
Secondo Knoblich nel breve periodo il biglietto verde potrebbe scendere verso quota 0,91 franchi, ma sul medio periodo il corso di 0,88 va considerato equo. Concretamente quindi stando all'esperto di Raiffeisen i turisti svizzeri farebbero bene ad aspettare un po' prima di prenotare la loro prossima vacanza negli Stati Uniti.