Truffa al financial fair play? “I contratti di sponsorizzazione non sono stati contraffatti”
Scampato il pericolo, il Manchester City continuerà con le sue dispendiose campagne acquisti.
LOSANNA - Pericolo scampato: in casa Manchester City si è brindato rumorosamente. Il club britannico potrà essere protagonista in Champions League anche nella prossima (e nelle successive) stagione e dovrà pagare solo una multa "leggera". Questo ha stabilito il TAS; tribunale al quale si era rivolto il club britannico dopo la squalifica subita per “aver infranto le regole relative al fair-play finanziario nel quadriennio 2012-2016”. Alla società erano state contestate alcune sponsorizzazioni, ritenute in realtà fittizie e partite - almeno questo aveva stabilito la UEFA - direttamente dalla proprietà, che aveva in seguito contato su qualche intermediario compiacente.
Il TAS e i giudici Rui Botica Santos (Portogallo), Ulrich Haas (Germania) e Andrew McDougall (Francia) hanno però smontato la tesi dell’accusa e la relativa sentenza: è stato infatti stabilito che il City non ha contraffatto in alcun modo tali contratti di sponsorizzazione, macchiandosi solo di colpe minori. Niente squalifica, dunque, e pena pecuniaria ridotta da 30 a 10 milioni di euro (da pagare entro 30 giorni). Un’inezia per una società che, levatasi il pensiero, vuole continuare a spendere e spandere sul mercato, rincorrendo la gloria.