Il giocatore del Grasshopper Petar Pusic ha vissuto sulla propria pelle l'esperienza del Long Covid
«Tutto quello che potevo fare era sdraiarmi».
ZURIGO - La luce in fondo al tunnel, la fine di un incubo. Petar Pusic è pronto per il nuovo campionato di Super League, che per lui e il suo Grasshopper scatterà oggi in occasione del match contro il Lugano. Quello trascorso negli scorsi mesi è stato un periodo complicato «il più difficile della mia vita, sono stato praticamente a letto per due mesi» a causa del Long Covid. Un nemico oscuro ma che, come abbiamo avuto modo di imparare, può colpire chiunque senza distinzioni.
Il 23enne delle Cavallette si era infettato alla fine del 2021. Un po' di febbre e qualche giorno di riposo? Non solo... Per lui la partita contro quella maledetta malattia che ci sta tenendo compagnia ormai da due anni e mezzo è durata molto di più. Ed è stata lunga, estenuante e terribile.
Dopo un stop di due turni il giocatore era tornato in campo il 19 dicembre per affrontare il Basilea, match nel quale ha realizzato persino una rete. Poi il nulla, un vuoto che rimarrà tale per tutto il girone di ritorno dove non metterà piede in campo. «Sono sempre stata una persona piena di energia - ha raccontato Pusic a 86 TV - All'improvviso, però, tutto quello che potevo fare era sdraiarmi. Ero completamente piatto...».
Mentre i suoi compagni battagliavano per sfuggire alla retrocessione nella seconda parte della stagione, lui faticava persino ad alzarsi dal letto. «Non possiamo nemmeno immaginarlo - ha detto il suo allenatore Giorgio Contini - Anche soltanto alzarsi la mattina per fare colazione è stata dura per Petar. Ma si è comportato come una Ferrari con un motore di una Polo...».
Superato il periodo buio, Petar Pusic è pronto a tornare in campo e già nelle amichevoli ha mostrato un eccellente stato di salute. Ad ogni modo, lui il campionato più importante l'ha già vinto...