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SENZA TRUCCO SENZA ING...ARNO«Camarda spostato come fosse un pacco postale»

31.07.24 - 07:00
«Camarda dovrebbe essere obbligato a tirar fuori gli attributi»
Imago
«Camarda spostato come fosse un pacco postale»
«Camarda dovrebbe essere obbligato a tirar fuori gli attributi»
Arno Rossini: «Potenziale campione in una zona grigia».
CALCIO: Risultati e classifiche

MILANO - Non ha giocato una stagione intera in prima squadra, non ha (ancora) debuttato in nazionale, non ha - ovviamente - “titoli” dei grandi in bacheca. Eppure in Italia è incensato, ricercato, applaudito, atteso quasi fosse il Messia. Francesco Camarda è la speranza del calcio della vicina Penisola. È il campionissimo del futuro, quello al quale molti - il Milan proprietario del cartellino prima di tutto - sperano di potersi aggrappare per tornare a sognare.

Francesco Camarda è prima di tutto un ragazzo - 16 anni compiuti lo scorso marzo - che il prossimo anno militerà… in Serie C.

«È tanto forte è giocherà nella terza serie? In Italia la mentalità è errata - è intervenuto Arno Rossini - c’è miopia e anche bella grande».

In rossonero troverebbe pochissimo spazio.
«Ha qualità enormi, le ha dimostrate a livello giovanile lasciando il segno nelle nazionali U17 e U19 e riuscendo a debuttare, con Pioli, in Serie A. Non dico che dovrebbe rimanere a Milano - deve avere la possibilità di continuare a crescere e può farlo solo giocando regolarmente - ma credo che spingerlo fuori dalla massima categoria sia sbagliato. Se uno è forte, è forte… la carta d’identità la si dovrebbe guardare in un secondo momento».

Come Lamine Yamal…
«Che però ha già alle spalle una stagione intera con il Barcellona e si è laureato campione d’Europa, da protagonista, con la Spagna. Ma lasciamolo stare, quello è un fenomeno. Camarda è “solo” potenzialmente un campione che al momento è in una zona grigia: deve fare un ulteriore step».

Via dal Milan ma non per accasarsi al Milan Futuro?
«Esatto. Un po’ di fiducia dovrebbero dargliela; per lui dovrebbero pensare a un percorso-carriera adatto. Insomma, più che in Serie C, io lo vedrei bene in una “piccola” della massima categoria italiana. Un Empoli per esempio, un Monza, un Cagliari. Squadre che lottano per la salvezza e nelle quali sarebbe costretto a giocare sotto pressione e ad assumersi le giuste responsabilità. A tirare fuori gli attributi insomma. In questo momento è necessario che si faccia le ossa, maturando a livello di testa in un contesto già molto competitivo, insieme con compagni di alto livello e contro avversari molto forti. Al Milan Futuro questo difficilmente accadrà». 

La sua “retrocessione” non può essere legata alla maggiore difficoltà tattica della Serie A rispetto ad altri campionati?
«Questo è sicuro: in Italia si gioca un calcio molto poco propositivo: si specula piuttosto che osare. E questo non va certo a vantaggio degli attaccanti. La mia paura è che dietro la scelta di spostare Camarda in Serie C, come fosse un pacco postale, ci sia anche qualche speculazione a livello societario e degli agenti. Sarebbe un peccato e un grande rischio perché, appunto, senza una perfetta pianificazione della carriera, un giovane rischia di perdersi. O comunque di perdere tempo. L’esempio di Calafiori ma anche quello di Dimarco, entrambi passati dalla Svizzera, fanno capire alla perfezione come a volte in Italia le idee non siano chiarissime. Il primo è esploso lontano dalla “sua” Roma, facendo ricchi il Bologna e il Basilea. Il secondo sta effettivamente giocando all’Inter, dove è cresciuto. Ma i nerazzurri sono stati costretti a ricomprarlo dopo averlo lasciato partire. Qualcosa del genere potrebbe anche accadere a Zanotti: il Lugano potrebbe aver fatto un grande colpo acquistandolo. Ma se è davvero forte, l’Inter, che pianificazione ha fatto con lui?».

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