«Per alcuni la partita con la Serbia era l’obiettivo dei Mondiali. Una volta raggiunto quello…»
Arno Rossini: «Marocco sì, Svizzera no? Tra i rossocrociati niente voglia di rivalsa o desiderio di imporsi»
LUSAIL - Argentina o Croazia? Francia o Marocco? Chi si qualificherà per la finale dei Mondiali? Le scommesse sono aperte anche se, almeno stando ai bookmakers, non c’è partita: l'Albiceleste e i Blues sembrano infatti destinati a giocarsi il titolo. È già tutto deciso?
«Croazia e Marocco non vestiranno i panni delle vittime sacrificali - è intervenuto Arno Rossini - Stiamo parlando di selezioni organizzate e motivate, potranno dire la loro».
Partiamo dei croati…
«Hanno un gruppo coeso e alcune individualità eccellenti. Perisic, Brozovic, Kovacic… non sono tante le squadre che possono schierare giocatori di quel livello. Poi c'è quell'artista di Modric, uno che da anni riesce a incantare. Non rimani tanto tempo al Real Madrid se non sei fortissimo. Credo che Luka valga tranquillamente Pirlo, valga Iniesta: è uno dei centrocampisti più forti degli ultimi venti-trent'anni. Trascinerà i suoi compagni, è certo; non sarà facile ma contro Messi e soci gli scaccati potranno dire la loro».
I marocchini invece?
«Stiamo parlando di una nazionale che ha un'ottima fase difensiva e che, unita da una grande intesa tra i suoi interpreti, gioca con grande passione. I nordafricani hanno già fatto un miracolo ma di certo non si vogliono fermare: sentono la spinta di tutto il Maghreb e stanno inseguendo un traguardo incredibile, storico. In quella selezione ci sono tanti calciatori nati e cresciuti in Europa che, in questo mese, possono “ottenere” il loro personalissimo riscatto. L'unica pecca che trovo nei Leoni dell’Atlante è che offensivamente possono fare fatica. Mettiamola così: dovessero andare in svantaggio, contro i galletti per loro sarebbe poi difficile rientrare».
Il Marocco occupa la posizione numero 22 del ranking FIFA, la Svizzera è invece 15esima. Il Marocco è in semifinale, la Svizzera è a casa. Come si spiega?
«Beh, semplice: la Svizzera non ha un cuore. Almeno in Qatar - come già successo altre volte - non ha mostrato di averlo. Nella selezione di Murat Yakin non ho trovato quell'unità di intenti e quella voglia che in queste settimane stanno invece spingendo la squadra nordafricana. Non ho visto uno spirito di rivalsa, non c'è stato il desiderio di imporsi, e alcuni tra i giocatori più significativi della rosa hanno scelto una partita - quella con la Serbia - come obiettivo dei loro Mondiali. Una volta raggiunto quello, per loro il resto ha perso di interesse».