Gli amministratori della pagina social “Justswissmilitarythings”: «Abbiamo successo perché i soldati si riconoscono nei nostri post»
ZURIGO - Soldati che si travestono da Dart Fener, che dormono ovunque e russano rumorosamente, che scorrazzano nei boschi con i veicoli militari e fanno incidenti, che in caserma si arrampicano sulle bucalettere. Questo e molto altro è disponibile sulla pagina Facebook e sul canale YouTube “Justswissmilitarythings”, raccolta goliardica delle bravate dei nostri militari. Caricato di recente, l’ultimo video con i “Best of Swiss Army” è stato già visto oltre 100mila volte su Facebook, dove la pagina conta 70mila like.
Gli amministratori dei due account vogliono rimanere anonimi, affermano di essere loro stessi nell’esercito, vengono dai cantoni Zurigo e Berna e hanno fra i 20 e i 30 anni. A 20 Minuten confessano di non aver mai goduto prima di un successo simile.
«Mostrare il lato divertente del militare» - «Il successo è determinato dal fatto che molti membri dell’esercito hanno vissuto le stesse esperienze e si riconoscono nei singoli post», spiegano gli irriverenti goliardi. L’intento è quello di mostrare il lato divertente del militare, aggiungono. Per gli amministratori, del resto, «a militare ci sono delle cose che funzionano piuttosto bene e altre che presentano ancora un grosso margine di miglioramento». La maggior parte dei membri dell’esercito, assicurano, si diverte guardando i post.
A trovare la pagina “Justswissmilitarythings” meno divertente è l’esercito stesso, che la controlla regolarmente, spiega il portavoce Christoph Brunner. Produrre e diffondere questi video, infatti, è illegale.
500 franchi di multa e 10 giorni di arresto - I colpevoli vengono indagati: «La polizia e la giustizia militare vengono attivate in caso di contenuto penalmente rilevante», spiega Brunner. Per errori disciplinari commessi in servizio i comandanti di truppe possono comminare un massimo di 500 franchi di multa e 10 giorni di arresto.
Gli amministratori di “Justswissmilitarythings” cancellano i post dalla pagina non appena qualcuno incontra problemi con i propri superiori. «Di base, però, siamo noi stessi a filtrare preventivamente i contenuti razzisti, sessisti o inopportuni», assicurano precisando di non essere mai stati contattati direttamente dall’esercito finora.