Il Tribunale federale deciderà oggi se annullare l'esito della votazione del 28 febbraio 2016 a causa di un grossolano errore di calcolo commesso dal Consiglio federale
LOSANNA - Il Tribunale federale deciderà oggi se bisognerà rivotare sull'iniziativa del PPD riguardante l'imposizione fiscale delle coppie sposate, falsata secondo il partito dalle informazioni errate fornite dal Consiglio federale. L'ammissione dei ricorsi presentati comporterebbe l'annullamento del voto, una prima assoluta dal 1848.
Il 28 febbraio 2016, l'iniziativa popolare "Per il matrimonio e la famiglia - No agli svantaggi per le coppie sposate" era stata respinta con una maggioranza del 50,8% soltanto, ossia una differenza di 55'072 voti, mentre 16 Cantoni e mezzo l'avevano accettata (il Ticino aveva votato "sì" con il 54,72%, i Grigioni "no" con il 50,58%).
Nel testo, il PPD chiedeva l'iscrizione nella Costituzione federale del principio che il matrimonio, «durevole convivenza (...) di un uomo e di una donna», «non deve essere svantaggiato rispetto ad altri modi di vita, segnatamente sotto il profilo fiscale e delle assicurazioni sociali».
Grossolano errore - Il Consiglio federale aveva raccomandato il "no". Nel suo opuscolo di spiegazioni, scriveva: «Circa 80'000 coppie di coniugi con doppio reddito e numerose coppie di coniugi pensionati pagano un'imposta federale diretta più elevata delle coppie non sposate che si ritrovano nella stessa situazione economica».
Un anno e mezzo più tardi, nel giugno 2018, l'Amministrazione federale delle contribuzioni ha reso noto che il numero di coppie sposate con doppio reddito penalizzate fiscalmente non erano 80'000, bensì 454'000. Tale cifra includeva infatti le coppie che lavorano con figli, erroneamente escluse dal primo conteggio. Tenendo conto anche dei pensionati, il problema concerneva circa 704'000 coppie sposate.
In seguito a questo grossolano errore, spiegando che non era possibile rivolgersi direttamente al Tribunale federale, il PPD ha inoltrato ricorsi in diversi Cantoni, chiedendo l'annullamento del voto e una sua ripetizione. I governi interpellati li hanno tuttavia respinti, adducendo una loro incompetenza in materia. I ricorrenti si sono così rivolti infine al supremo tribunale di Losanna.
Una prima - Se i ricorsi saranno accettati dai giudici di Mon Repos, il voto del 28 febbraio 2016 sarà invalidato e il popolo svizzero sarà di nuovo chiamato alle urne. Dalla nascita dello Stato federale nel 1848, nessuna votazione federale è stata annullata, conferma la Cancelleria federale.
Dopo l'accettazione di misura della riforma dell'imposizione delle imprese nel 2008, il Partito socialista aveva a sua volta chiesto l'annullamento del voto al Tribunale federale. Contestata era allora la stima, troppo bassa, delle perdite per le casse federali. L'alta corte di Losanna aveva respinto il ricorso, dando la priorità alla certezza del diritto, che a suo avviso imponeva il mantenimento della riforma, già entrata in vigore.
Un altro precedente di rilievo era stata l'elezione per il Consiglio nazionale nel canton Ticino nel 1854, annullata a causa delle violenze e delle irregolarità che avevano caratterizzato la campagna elettorale. Allora era stato il Consiglio nazionale, competente in materia, a pronunciarsi.