Le autorità federali tornano oggi ad aggiornare la popolazione sugli ultimi sviluppi in merito alla lotta al coronavirus.
«I bimbi piccoli non sono un pericolo fino ai 10 anni». In arrivo 20 milioni di mascherine.
BERNA - Arrivano puntuali, oggi, gli aggiornamenti da Berna sulla gestione della crisi coronavirus in Svizzera. All’incontro di oggi con la stampa sono presenti il delegato dell'UFSP per la pandemia Covid-19 Daniel Koch, il capo della direzione per la promozione della piazza economica SECO (Segreteria di Stato per l’economia) Erik Jakob, il brigadiere dell’esercito Markus Näf, coordinare degli acquisti per il Dipartimento federale della difesa, e il brigadiere Raynald Droz, capo di Stato Maggiore del comando operativo Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS).
Contagi in calo - «Il numero dei casi continua a diminuire. La tendenza è al ribasso. Ci sono anche meno decessi rispetto alla scorsa settimana - ha esordito Koch aprendo la conferenza stampa -. Si tratta di buone novità, soprattutto considerato che oggi è entrato in vigore il primo allentamento. Nelle prossime due settimane analizzeremo l'andamento dei casi». Koch ha aggiunto: «Non vogliamo fare nessun esperimento, fa procedere gradualmente, essere cauti».
Crollo del fatturato nel turismo - Per quanto riguarda il settore del turistico si è tenuto ieri un incontro con i rappresentanti e una delegazione del Consiglio federale. «È importante essere uniti e avere un buon coordinamento - ha detto Erik Jakob -. Il turismo occupa un posto fondamentale. Con la prospettiva dell'estate si vuole potenziale il settore e cercare di superare i momenti difficili. Percepiamo che c'è voglia di fare turismo, un settore molto toccato dalla crisi coronavirus». Per il 2020 «ci sarà un crollo del fatturato fino al 35%, ma nel secondo semestre dell'anno ci potrà essere una ripresa». Gli obiettivi del vertice del turismo di ieri erano capire le aspettative e trovare una data da cui ripartire. «Avere una certa sicurezza di pianificazione». Jakob parla di graduali riaperture, nella gastronomia già forse dal 5 maggio e il turismo, parzialmente, dall'11 maggio. Dopo l'8 giugno ci saranno «più sicurezze».
Vacanze estive in Svizzera? - Il Consiglio federale e il settore del turismo hanno un interesse «a far modo che sia possibile» fare le vacanze. «Ma anche a luglio e agosto non rientreremo nella normalità. Soprattutto per quanto riguarda i viaggi all'estero. Le vacanze estive per una volta possiamo anche farle in Svizzera» ha detto Jakob. «Il turismo avrà luogo ma con delle limitazioni». Ora stiamo passando dalla fase 1 alla fase 2, con le riaperture di oggi. Ma per permettere alla popolazione di fare le vacanze in Svizzera, bisogna predisporre delle misure di protezione. «Le vacanze all'estero io le rimanderei al futuro».
Mascherine e qualità - Markus Näf entra nel dettaglio delle mascherine, spiegando la differenza tra quelle igieniche (chirurgiche, "usa e getta") - che proteggono le persone da chi le indossa, quindi sono riservate al malato per evitare di infettare altri - e quelle FFP, che invece proteggono chi le indossa anche dall’ambiente circostante. «Abbiamo delle misure per garantire la qualità. Prima di tutto i certificati. Inotre, prima di acquistare, ci facciamo mandare dei campioni o verifichiamo sul posto la qualità (per l'efficacia della mascherina sono importanti il materiale, la forma e come viene posizionata sul viso). Terzo, per quanto possibile facciamo delle visite nelle fabbriche sul posto». Questa settimana «aspettiamo 20 milioni di mascherine che arriveranno in aereo dalla Cina e verranno distribuite in varie parti della Svizzera».
Mascherine di stoffa - Soltanto con mascherina lavabili e riutilizzabili è possibile coprire il fabbisogno della popolazione. «Bisogna fare in modo che sia l'industria tessile svizzera a produrle» ha aggiunto Näf. Ma non è facile, perché bisogna trovare la stoffa giusta conforme alle raccomandazioni. Si stanno quindi definendo gli standard per la produzione. «È molto importante la qualità della stoffa e i tessili devono essere a più strati. Chi le produce deve fare in modo di garantire la qualità. Alcune stoffe danno una protezione solo del 10% e non garantiscono la protezione necessaria. Serve quindi attenzione nella selezione dei tessuti».
Bambini che riabbracciano i nonni - «Non ci sono dati che dimostrino che i bambini abbiano trasmesso il coronavirus. Non rappresentano un pericolo - spiega ancora Koch -. Con l'età il rischio comunque aumenta. Con l'adolescenza ancora di più. Continuamo a sconsigliare che i nonni curino i bambini piccoli, perché ci sarebbe il mix generazionale con l'incontro con i genitori e piano piano si dimenticano le distanze sociali. Ma se i nonni abbracciano i nipotini piccoli non c'è pericolo. Non sono i bambini che portano la malattia, ma i loro genitori, devo stare distanti dai nonni». Ma è giusto consigliare ai nonni di abbracciare i bimbi piccoli senza precauzioni? Koch viene tempestato di domande al riguardo. «Ci sono tanti nonni che vivono per i nipotini - spiega -. I bambini fino ai 10 anni non trasmettono la malattia. I bimbi piccoli, dimostrano le ricerche, non sono un pericolo. Io ho parlato di abbraccio però, non di accudimento. Quest'ultimo è da evitare, perché implica il mix generazionale (tra nonni, figli e nipoti)».
Koch ha garantito che le sue affermazioni si basano su «uno studio molto approfondito» sul contagio da coronavirus nei bambini. «Anche dopo i 10 anni i bambini sono poco soggetti, ma oltre questo limite non vogliamo assumerci il rischio di contagio. Parlo da anni con gli specialisti e so di quali risultati mi posso fidare. Oggi sappiamo che quello che va evitato è il mix generazionale».
Mercoledì ci sarà una riunione del Consiglio federale. L'11 maggio è previsto un secondo allentamento.