Parallelo è l'incremento di infrazioni violente e di minacce a funzionari, fanno sapere le autorità
BERNA - Nel 2019 i poliziotti svizzeri hanno usato molto più spesso il taser che in passato. Gli agenti hanno fatto ricorso al dissuasore elettrico in 73 casi, contro i 45 dell'anno precedente. Le armi da fuoco sono invece state utilizzate 15 volte (+3).
Il taser, pistola che con una scarica elettrica paralizza i movimenti, in due casi su tre è stato impiegato per immobilizzare soggetti ubriachi o sotto l'effetto di stupefacenti, indica oggi in una nota la Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali (CCPCS). Nel 45% delle situazioni si trattava di persone armate.
La CCPCS motiva il sensibile incremento con il parallelo aumento delle cifre relative a infrazioni violente, così come di quelle inerenti a minacce nei confronti dei funzionari. Pertanto, l'uso del taser, assicura il suo presidente Stefan Blättler, «non è sconsiderato, bensì legato al principio della proporzionalità come tutti gli strumenti coercitivi». Questo storditore è inoltre sempre più diffuso nel corpo di polizia.
Per quel che concerne le armi da fuoco, vi è sì stata una crescita dei casi repertoriati, ma il totale è rimasto all'interno della media pluriennale. Parecchie volte sono state usate per prevenire potenziali pericoli portati da animali in prossimità delle strade oppure contro veicoli.