Si tratta di una rete che sarà realizzata nei prossimi dieci anni dalle FFS in collaborazione con Village Office
BERNA - Entro il 2030 fino a 80 stazioni ferroviarie svizzere di piccole e medie dimensioni disporranno di spazi per il cosiddetto coworking regionale. Un progetto pilota svolto a Eglisau, nel canton Zurigo, ha funzionato bene e pertanto l'offerta verrà estesa a livello nazionale.
Le FFS hanno stretto una partnership e firmato un accordo con Village Office, indica un comunicato odierno. La cooperativa si occupa della promozione di nuove forme di lavoro e la sua visione prevede, nei prossimi dieci anni, la creazione di una rete che permetta a chiunque in Svizzera di accedere a uno spazio di coworking in massimo 15 minuti da casa propria. Attualmente esistono 72 locali di questo tipo.
Il coworking è una pratica lavorativa importata dagli Stati Uniti e basata sulla condivisione di un ufficio o di un altro ambiente fra vari individui, che però mantengono la loro attività indipendente. Permette dunque a liberi professionisti e ad altre persone con occupazioni che si svolgono tipicamente in solitaria di allacciare contatti sociali, evitando l'isolamento.
Lo scopo dell'iniziativa di FFS e Village Office è di riportare il lavoro nei luoghi dove vivono i cittadini e sottrarsi alle lunghe distanze da percorrere nelle vesti di pendolari. Inoltre, l'obiettivo è di alleggerire il traffico e rivitalizzare gli edifici delle stazioni che non sono più necessari per le operazioni ferroviarie.
Oltre agli indipendenti, start-up e nomadi digitali possono sfruttare questi spazi e condividere l'affitto delle infrastrutture. Generalmente si tratta di persone che lavorano a progetti propri oppure che stanno sviluppando qualcosa insieme agli altri coworkers.
Come detto, a medio termine si vuole offrire a ogni svizzero uno spazio del genere a un quarto d'ora a piedi o con i mezzi pubblici dal domicilio. Il coronavirus ha dimostrato che in molti possono lavorare ovunque, sottolinea la nota. La soluzione home office alla lunga comporta però l'assenza di scambi sociali e di un'infrastruttura professionale.
Il piano per le stazioni regionali prevede pure di coinvolgere associazioni del posto, gruppi di anziani o per la custodia dei bambini. I locali ospiteranno anche piccoli ristoranti, incontri di quartiere, punti di raccolta e servizi di consegna a domicilio.