Il capo del dipartimento della sicurezza critica anche l'inazione della polizia cittadina
Per Mario Fehr non è accettabile che singoli gruppi si considerino più importanti di altri e scendano in strada, violando le norme per il coronavirus
ZURIGO - Il consigliere di Stato zurighese Mario Fehr (PS), capo del dipartimento della sicurezza, se la prende con i 10'000 manifestanti che sabato scorso sono scesi in strada a Zurigo intonando "Black lives matter".
«Le regole valgono per tutti», ha detto oggi il membro del governo cantonale davanti ai media, con riferimento all'atteggiamento delle autorità e della polizia cittadina che non sono intervenute.
Per Mario Fehr non è accettabile che singoli gruppi si considerino più importanti di altri e scendano in strada, violando le norme per il coronavirus che vietano i raduni di più di 300 persone. «Anche chi vuole esprimersi politicamente deve accettare alcune limitazioni».
La pandemia di Covid-19 ha già provocato l'annullamento di una votazione popolare e di diverse sessioni parlamentari, ha ricordato il responsabile cantonale, preannunciando che «in futuro applicheremo la legge e tratteremo tutti allo stesso modo».
Il Consiglio federale dovrebbe decidere domani su un ulteriore allentamento delle misure di protezione dal coronavirus, ed in particolare su una possibile estensione ai raduni fino a 1000 persone.
Da tempo fra Mario Fehr e una parte della sinistra non scorre buon sangue. Negli ultimi anni il consigliere di Stato socialista è stato contestato a più riprese dai Giovani socialisti e da una parte del PS della città di Zurigo per le sue posizioni giudicate troppo vicine a quelle della destra borghese, in particolare su questioni riguardanti l'asilo.