Gli attacchi agli animali da reddito fanno sempre notizia, ma il numero di capi sbranati è, in proporzione, diminuito.
BERNA - Contrariamente a quanto si crede, i lupi uccidono in media sempre meno bestiame, poiché la protezione di greggi e mandrie è efficace. Lo afferma il Gruppo Lupo Svizzera in base ai dati della Confederazione.
Sono passati 25 anni da quando i lupi hanno ricominciato a vivere in Svizzera. Da allora, i loro attacchi al bestiame hanno sempre fatto notizia, ma è fallace l'impressione diffusa che questi predatori uccidano sempre più animali da allevamento e che la protezione delle greggi diventi sempre più difficile. Il numero di capi sbranati in media dai lupi oggi è notevolmente inferiore rispetto alla fase iniziale del loro ritorno, scrive oggi l'organizzazione che difende il canide.
Il fatto che negli ultimi anni non ci sia stato un calo significativo del numero totale di capi di bestiame uccisi è semplicemente dovuto alla crescita esponenziale della popolazione del predatore. Secondo i dati federali, nel 1999 sono stati azzannati fatalmente circa 150 animali da reddito, a fronte dei 400 nel 2019. Ma nello stesso arco di tempo, la popolazione di lupi è passata da qualche raro esemplare a quasi 80 individui. E il numero medio di capi uccisi per singolo predatore ha registrato una netta regressione: da quasi 50 nel 1999 a meno di 10 nel 2019. L'attuale crescita esponenziale della popolazione di questo carnivoro sta però più che compensando la diminuzione del numero medio di animali da lui uccisi.
Le vittime privilegiate sono le pecore (94% delle prede), seguite a distanza dalle capre (5%). Per altre categorie come cervidi d'allevamento, lama, alpaca, bovini, cavalli e asini, si registrano tra 0 e 5 casi all'anno.
Tutti i bovini uccisi erano vitelli appena nati, tranne due che avevano pochi mesi di vita. Finora, in Svizzera, nessuna mucca adulta e nessun cavallo adulto in generale è stato preda di lupi.
Il prossimo 27 settembre gli Svizzeri voteranno una nuova legge sulla caccia, approvata dal Parlamento lo scorso autunno ma contro la quale è stato lanciato un referendum da parte di organizzazioni per la protezione della natura. Fra le altre cose essa prevede un allentamento della protezione dei lupi. La revisione consente ai Cantoni di regolarne "con lungimiranza" la popolazione a determinate condizioni, in modo da rispondere al loro al crescente numero.
La futura ordinanza pretende però anche più responsabilità da parte dei contadini per la tutela degli allevamenti. Contrariamente a quanto avviene oggi, essi riceveranno un indennizzo per pecore e capre sbranate solo se avranno protetto gli animali con cani o recinti.