«Se i datori di lavoro devono versare un salario svizzero, questi hanno meno interesse ad assumere personale straniero»
BERNA - In Svizzera «arriveranno meno lavoratori stranieri fintanto che si dovranno pagare salari svizzeri». Lo afferma il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard in un'intervista pubblicata oggi dal Blick nel quale invita a bocciare l'"Iniziativa per la limitazione" dell'UDC in votazione il 27 settembre.
Al giornalista stupito, che gli ha chiesto se i salari alti non siano invece una calamita per stranieri, il consigliere nazionale socialista vodese ha ricordato come non tutti possono venire nella Confederazione, solo chi ha un impiego. Inoltre, ha proseguito Maillard, se i datori di lavoro devono versare un salario svizzero, questi hanno meno interesse ad assumere personale straniero quando vi sono abbastanza specialisti locali ben formati.
Insomma, per il presidente dell'USS la protezione salariale è una priorità nazionale. Se questa diminuisce, i datori di lavoro potranno reclutare all'estero personale più economico. In questo modo inizierebbe la spirale del dumping salariale. Con l'iniziativa dell'UDC, sostiene il vodese, le retribuzioni diminuiranno in modo generalizzato.
Secondo Maillard, nella sua iniziativa l'UDC parla di immigrazione, ma in realtà mira ad abolire le misure di accompagnamento. Vuole sopprimere la protezione salariale per avere più concorrenza. Questa posizione neoliberista mette sotto pressione tutti i lavoratori.
Per questo motivo, ricorda ancora Maillard, i sindacati sono contrari anche all'accordo istituzionale quadro raggiunto con l'Unione europea. Per il vodese sono necessarie modifiche fondamentali all'accordo, che va pertanto rinegoziato. «L'UE deve capire che la protezione autonoma dei salari è di interesse esistenziale per noi».
Per ricordare le sue posizioni, l'USS ha stampato un giornale che sarà distribuito in 2 milioni di economie domestiche. Tale cifra corrisponde al numero di impiegati coperti da un contratto collettivo di lavoro, indica il sindacato in una nota.
Per l'Unione sindacale svizzera la Confederazione è il Paese che beneficia del «miglior sistema di protezione salariale in Europa». Ciò è dovuto in gran parte alle misure di accompagnamento adottate per mitigare le conseguenze della libera circolazione delle persone in vigore dall'inizio degli anni 2000. Queste sono però messe in discussione dall'iniziativa democentrista, precisa l'USS.