I dipendenti dei due aeroporti non accettano il previsto peggioramento delle prestazioni sociali.
ZURIGO - Oggi all'aeroporto di Zurigo il personale di terra ha inscenato una protesta contro il peggioramento delle condizioni di lavoro. A causa del coronavirus è previsto un degradamento delle prestazioni sociali, che però non viene accettato dai dipendenti.
Secondo i sindacati, alla manifestazione hanno partecipato circa 1500 lavoratori. Una protesta simile si è svolta anche a Ginevra, con l'adesione di un'ottantina di persone.
Pur essendo coscienti della difficile situazione del settore, le organizzazioni sindacali non sono disposte ad accettare un peggioramento delle condizioni duraturo a causa del coronavirus, si legge in un comunicato odierno delle associazioni del settore. Le enormi misure di risparmio vengono fatte ricadere sulle spalle dei dipendenti, ad esempio presso Swissport.
La società zurighese numero uno al mondo nell'assistenza aeroportuale da inizio anno ha tagliato 17'000 dei circa 64'000 impieghi a livello mondiale. Per Zurigo l'azienda cercherà di ridurre il personale sfruttando le fluttuazioni naturali.
I sindacati sostengono però che Swissport voglia diminuire gli stipendi del 15% e anche in altre aziende sono in corso discussioni sull'abbassamento dei costi.
Centri per test covid - Nel frattempo Aerosuisse chiede che vengano creati negli scali svizzeri dei centri per sottoporre al test del coronavirus i passeggeri in arrivo e in partenza. Secondo l'organizzazione del settore aeronautico, in caso di negatività al tampone il periodo da passare obbligatoriamente in quarantena andrebbe abbreviato o revocato.
A causa della pandemia l'aviazione è ancora nel bel mezzo della più grande crisi della sua storia, scrive oggi in un comunicato l'associazione. L'aiuto della Confederazione ha salvato le strutture, ma, dopo una ripresa in estate, le cifre delle prenotazioni sono di nuovo crollate a causa delle differenti misure adottate dai vari Paesi.
Gli aggiustamenti «a brevissimo termine» della lista degli Stati a rischio hanno contribuito ad alimentare l'incertezza fra i clienti e hanno avuto un «pesante impatto» sui viaggi, lamenta Aerosuisse. Da parte loro, le compagnie aeree non hanno potuto prendere alcuna precauzione.
Stando all'organizzazione, alcune misure adottate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) hanno messo in difficoltà il traffico aereo elvetico inutilmente. Aerosuisse domanda pertanto al Consiglio federale, oltre ai centri per i test del Covid-19 negli aeroporti, di essere «più proporzionato» e di «armonizzare i provvedimenti con quelli dei Paesi vicini».